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domenica, Aprile 20, 2025
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Arezzo, tutte le notizie di oggi: 9 Aprile

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Test sierologici nella Sud Est, oggi ne sono stati effettuati 4633

Hanno preso il via oggi i test sierologici sul personale sanitario della Sud Est, come indicato dall’Ordinanza del 3 aprile del presidente della Regione, Enrico Rossi.
Gli operatori sottoposti al test in provincia di Arezzo sono 3033.
Il test sierologico (cioè sul sangue) non sostituisce i tamponi, ma va a cercare l’eventuale presenza degli anticorpi che l’organismo produce in risposta al virus.
Se gli anticorpi non ci sono, sicuramente il virus non è stato contratto.

Se gli anticorpi ci sono, allora la persona viene sottoposta a tampone.
Il provvedimento della Regione prevede di eseguire i test sierologici rapidi dando priorità a: operatori sanitari e soggetti operanti a vario titolo nelle Aziende ed Enti del SSR; operatori nelle strutture sanitarie private e di altri Enti nel territorio regionale; operatori e ospiti delle strutture socio-sanitarie e di accoglienza, con particolare riferimento alle RSA e RSD; personale del volontariato impegnato nella emergenza sanitaria e di protezione sociale in genere; farmacie; personale addetto agli Istituti penitenziari, con particolare attenzione al personale sanitario; forze dell’ordine e vigili del fuoco; chiunque, in forma singola o associata, svolga un’attività lavorativa di assistenza o sostegno alla popolazione anziana e/o fragile. Eventuali altre priorità di intervento, potranno essere successivamente individuate.

Per il personale Asl (medici, infermieri, Oss, amministrativi e tecnici, cooperative), il prelievo di sangue viene fatto nel luogo di lavoro a cura dei coordinatori infermieristici delle singole Unità Operative o Funzionali
Dei 91 mila kit acquistati da Estar (l’Ente di supporto tecnico amministrativo regionale), circa 20 mila sono destinati alla Sud Est. Di questi, 10 mila circa verranno somministrati in Azienda e gli altri alle forze dell’ordine, personale del volontariato ecc.

Individuato anche ad Arezzo l’Albergo a disposizione dei pazienti con influenza da COVID-19

Sarà il Condominio “I Gelsi” ad ospitare, ad Arezzo, i pazienti con sintomatologia influenzale da Covid 19 che non hanno possibilità, a casa, di rimanere in isolamento.
Si tratta, quindi, di una delle strutture individuate in tutta la Toscana in considerazione dell’Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n. 15, destinate a persone positive con sintomi lievi, che possono restare al domicilio ma che nella propria abitazione non hanno una stanza dedicata, oppure hanno famigliari troppo fragili.
Oppure, può accogliere le persone dimesse dall’ospedale che non sono ancora condizioni di salute tali da poter tornare in famiglia.Prima di procedere a questa scelta, come per le strutture di Siena e Grosseto, l’Azienda Usl Toscana sud est ha passato in rassegna tutti gli alloggi messi a disposizione dalle associazioni di categoria che hanno aderito alla convenzione regionale.
Dopo gli scrupolosi controlli, per Arezzo, è stato individuato il Condominio i Gelsi che ha ricevuto il giudizio di idoneità dal Dipartimento di Prevenzione.

La struttura è dotata di camere individuali, finestre apribili, bagno personale ad uso esclusivo; pavimenti e superfici realizzati con materiali lavabili e disinfettabili, a norma in materia di prevenzione incendi, certificazione di agibilità, allacciamento ad acquedotto e a pubblica fognatura, certificazioni di conformità impiantistica, impianto di ricambio dell’aria.

La Sud Est si occupa della gestione sanitaria della struttura e provvede, tra le altre cose, alla completa e continua sanificazione dello stabile. Gli spazi della struttura consentono più separazioni dei percorsi per pazienti positivi rispetto a percorsi per pazienti negativi al tampone, con la possibilità di identificare percorsi separati per materiali sporchi e puliti nel rispetto della normativa vigente.

Covid-19, nessun nuovo caso

Dato positivo per il nostro territorio, che non registra oggi alcun caso, la comunicazione ufficiale è stata resa nota dalla Asl Toscana Sud Est.
Emergenza Covid-19, controlli e dati dal 26 marzo all’8 aprile
Foto Polizia di Stato

Prosegue l’attività di controllo delle Forze di polizia su tutto il territorio per il rispetto dei divieti di spostamento e delle norme di distanziamento sociale per contrastare il contagio da Coronavirus.
Le persone controllate sono state 1.358, di cui 688 multate, tre i denunciati per altri reati.
Gi esercizi commerciali controllati sono stati 5059, otto i titolari di esercizi commerciali sanzionati amministrativamente e chiusa un’attività
I risultati dei controlli della giornata di ieri:
Persone controllate 1661
Persone sanzionate 49
Persone denunciate per altri reati 6
Attività o esercizi commerciali controllati 454, sanzionati nessuno.
COVID-19: riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica 

Particolare attenzione è stata dedicata al tema delle misure di vigilanza e controllo da attuare in prossimità delle festività pasquali, in occasione delle quali potrebbero verificarsi spostamenti ingiustificati in contrasto con le disposizioni varate dal Governo per il contenimento dell’epidemia. E’ stato ribadito che le misure sulla limitazione della circolazione delle persone restano quelle vigenti.

Gli spostamenti delle persone, difatti, sono consentiti solo nei seguenti casi:
– comprovate esigenze lavorative;
– assoluta urgenza per trasferimenti in comune diverso;
– situazione di necessità per spostamenti all’interno dello stesso comune;
– motivi di salute.

Chi, ancorché munito di mascherina, è trovato a circolare senza giustificato motivo, verrà sanzionato.

Al fine di non compromettere i risultati finora conseguiti, è stata condivisa una linea di azione improntata al massimo rigore: i controlli sulla circolazione delle persone saranno più serrati, capillari e frequenti, per impedire esodi, gite fuori porta, ricongiungimenti familiari improvvisi, trasferimenti nelle seconde case non motivati; le ragioni giustificative, addotte dalle persone fermate, saranno oggetto di attenta verifica.

Inoltre, le cerimonie religiose o le tradizionali vie crucis, potranno essere officiate con la sola presenza del religioso celebrante senza la partecipazione dei fedeli.

Verranno, pertanto, attivati, nelle periferie e nei centri abitati, posti di blocco nei punti nevralgici della viabilità stradale e presso le stazioni ferroviarie, a cui concorreranno le Forze di Polizia, la Polizia Provinciale e tutte le Polizie Locali dei Comuni.

Virus, il comune di Bucine conta la nona vittima

Ancora un decesso viene registrato alla residenza per anziani, Fabbri Bicoli di Bucine: è morta al San Donato un’altra donna, avvea 83 anni, dal piano zero della Rsa era stata trasferita in ospedale per l’ aggravarsi delle sue condizioni.
La donna faceva parte del gruppo di 23 persone risultate positive al tampone nella struttura valdarnese.
E’ il nono decesso degli ospiti della residenza sanitaria assistita e il sindaco di Bucine, Nicola Benini, conferma la notizia.
Covid-19: è morto Graziano Gioli, segretario e fondatore delle giovanili della Sangiovannese

L’uomo settantenne, aveva contratto il virus insieme alla moglie, la maestra Patrizia che viveva al Porcellino, deceduta alcuni giorni fa. Era ricoverato a Prato, sembrava fosse in via di guarigione non ce l’ha fatta.
Una tragedia per la famiglia e i figli che in pochi giorni hanno perso il babbo e la mamma.
Il bar è chiuso, ma ed il gestore spaccia all’interno, due arresti

Come tutti i bar del Paese, anche quello  al Villaggio Dante, gestito da un noto pregiudicato italiano, era stato interessato dai provvedimenti di chiusura conseguenti al D.P.C.M. dell’11 marzo scorso emanato al fine di contrastare la propagazione del COVID-19.
La chiusura dell’attività però non ha scoraggiato il gestore, conosciuto per precedenti in materia di stupefacenti, che ha intensificato un’attività di spaccio che aveva come punto di riferimento proprio il bar.

L’attività di osservazione attuata dagli uomini della Squadra Mobile ha permesso di appurare un meccanismo semplice e ben collaudato per lo smercio dello stupefacente: l’acquirente si avvicinava al bar, entrava nel gazebo pertinente all’esercizio e il gestore usciva dal locale consegnando lo stupefacente, avvalendosi a volte anche di un soggetto albanese, anch’esso pregiudicato, che stazionando all’esterno del bar assolveva anche ad una funzione di vedetta e di avvertimento in caso di avvicinamento delle Forze dell’Ordine.

Nella giornata di lunedì è quindi scattato il blitz: il bar è stato cinturato dagli agenti della Squadra Mobile che hanno fatto irruzione all’interno arrestando l’albanese S.A. di 44 anni, che stazionava all’esterno, e C.S. di anni 48, trovato all’interno del bar. La perquisizione effettuata nell’esercizio commerciale consentiva di rinvenire, nascoste in un giubbino appeso all’attaccapanni, 12 dosi di cocaina già confezionate e pronte per la vendita ed altre 2 poste su un tavolino sito nel gazebo del bar, destinate evidentemente ad una vendita che si sarebbe concretizzata di li a poco prima dell’intervento della Polizia.

Nella successiva perquisizione domiciliare, effettuate nell’abitazione del gestore del bar, sono state rinvenute altre 79 dosi di cocaina già confezionate e circa 9000 euro in contanti, probabile provento dell’attività illecita. L’italiano, già condannato per spaccio di stupefacenti, è stato quindi condotto presso il Carcere di Sollicciano, mentre per il cittadino albanese, tra l’altro irregolare sul territorio nazionale, sono scattate le procedure volte al rimpatrio.

Nei confronti del gestore è stato altresì elevato verbale di sanzione amministrativa per la violazione della normativa finalizzata a contrastare il contagio da COVID-19 e che disciplina la chiusura delle attività commerciali la quale prevede, oltre alla sanzione pecuniaria, anche la sospensione della licenza da 5 a 30 giorni.

Guardia di Finanza Arezzo: “c’è chi lavora in cantiere, chi fa jogging a Lignano, tre multati” 

Emergenza virus, sono circa 50 i finanzieri impiegati quotidianamente nelle varie attivita’ di controllo del territorio, i perlustramenti hanno permesso di scoprire ancora diversi soggetti che non rispettano le restrizioni imposte.
C’è chi pratica jogging a Lignano, ad oltre 8 chilometri di distanza dal proprio domicilio oppure chi, a San giovanni Valdarno, ha dichiarato di recarsi a fare la spesa, in orari di chiusura dei supermercati.
In un caso, e’ stato “intercettato” anche un soggetto extracomunitario, proveniente da Firenze, che stava trasportando prodotti alimentari tipici, a familiari e conoscenti domiciliati del Valdarno.
Un imprenditore valdarnese, che continuava a svolgere la propria attivita’ lavorativa in un cantiere edile, incurante dei divieti imposti.
Tutti sono stati verbalizzati perche’ sprovvisti di adeguate giustificazioni, le inosservanze comporteranno sanzioni che vanno da un minimo di 400 ad un massimo di 3.000 euro.
I carabinieri fanno la spesa ad una 93enne sola e con poco cibo

I Carabinieri della Compagnia di Cortona, in questo delicato momento, stanno cercando di garantire la massima vicinanza al cittadino in ogni modo possibile, con il fine di rendere il meno disagevole possibile la forzata permanenza in casa. Considerate le caratteristiche del territorio, a volte impervio, in alcune zone i militari hanno provveduto a portare la legna a casa di anziani che non potevano muoversi dalla propria abitazione ed avevano parenti lontani, in altri casi, come successo a Mercatale di Cortona, i Carabinieri, ben conoscendo le difficoltà in cui versava l’anziana 93enne, hanno provveduto personalmente a fare la spesa e a portargliela a casa.
La signora, con problemi deambulatori, non è in grado di andare a fare la spesa ed i Carabinieri del posto, che la conoscono e sanno delle sue difficoltà e dell’impossibilità di essere aiutata dai parenti che vivono troppo lontano, hanno deciso di portarle la spesa a casa.

Infatti nei giorni passati, come si è soliti fare, i militari sono passati a citofonare nelle case delle persone che sanno essere più in difficoltà sia fisica che economica, ed avevano accertato che l’anziana era rimasta senza scorte di cibo.
Così la semplice e spontanea decisione di dare attivamente ed in prima persona una mano a chi ne ha davvero bisogno.
La signora, sorpresa e commossa alla vista dei militari, finalmente ha potuto riempire il frigorifero e le scorte, infatti era da giorni che mangiava solo cibo in scatola.

Grazie alla conoscenza del territorio da parte dei militari, anche in questo clima di isolamento e solitudine, si può provvedere a garantire i bisogni primari ai cittadini che ne hanno bisogno, e soprattutto a tutelare chi è più colpito da questa pandemia.

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