Rissa tra stranieri armati di catena, spranga e ombrelli a Campo di Marte
Attimi di apprensione a Campo di Marte nel primo pomeriggio, quando si è accesa una rissa tra un gruppo di giovani stranieri nei pressi dell’ingresso del supermercato, sotto gli occhi attoniti di passsanti e clienti in coda.
Assembramento e botte nelle immagini che documentano quanto accaduto oggi. Video1 Video 2 Continua a leggere
Non si registrano feriti.
Sul posto poco dopo sono intervenuti gli agenti della polizia municipale e della polizia di stato che hanno identificato e denunciato due persone
Virus: un decesso e due nuovi contagi, 1 a Laterina 1 a Montevarchi
Tre i nuovi guariti in città per un totale di 39 unità.
La situazione dalle ore 14 dal giorno 28 alle ore 14 del giorno 29 aprile relativa al fenomeno della diffusione del COVID-19 evidenzia 2 nuovi casi a Laterina Pergine Valdarno e a Montevarchi.
Si registra anche un altro decesso, avvenuto ieri, di un uomo di 96 che era ricoverato al San Donato Arezzo
Oltre alla signora di 92 anni domiciliata alla RSA Montevarchi.
Incendio palazzina Calcit, esposto Asl alla Procura
Lo ha presentato il Direttore generale D’Urso
La Commissione d’inchiesta della Asl Toscana Sud Est ha concluso il suo lavoro e il Direttore Generale Antonio D’Urso ha presentato alla Procura della Repubblica un esposto sull’incendio che la sera del 16 aprile 2020 ha interessato il piano interrato della “palazzina Calcit” nell’area del San Donato.Continua a leggere
Al magistrato sono state fornite le conclusioni della Commissione coordinata dall’ingegner Giuliano Stecchi, Direttore del Dipartimento Tecnico dell’Asl.
Questo documento si aggiunge alle registrazioni delle telecamere che sorvegliano l’area e che erano già state consegnate alla Squadra Mobile nel corso delle indagini.
Immagini, come si legge nell’esposto “da cui potrebbero emergere elementi utili alle indagini”.
La palazzina Calcit di proprietà dell’Asl, in seguito all’emergenza Coronavirus, ospita la sala angiografica e gli ambulatori di oncologia, senologia ed ematologia
Covid-19: l’esperienza a lieto fine del medico dell’Emergenza-urgenza Giovanni Sbrana Sbrana: “Ho temuto per i miei cari, nessuno è preparato a un evento del genere” .
Tra i pazienti guariti da covid-19, che ormai nella Asl Toscana sud est da giorni superano il numero dei contagiati e il cui trend si mantiene moderatamente in aumento, ci sono anche alcuni professionisti della sanità.
Uno di questi è il dottor Giovanni Sbrana, del Dipartimento Emergenza Urgenza che in poche ore è passato da essere un medico a un paziente affetto da covid-19. Continua a leggere
Sbrana, da gennaio vicedirettore del 118 di Arezzo, ha svolto per molti anni servizio alla Centrale 118 Siena-Grosseto e tuttora fa parte dello staff del servizio di Elisoccorso con base a Grosseto.
Si tratta di un professionista con lunga esperienza vissuta letteralmente sul campo che negli anni lo ha portato a confrontarsi con eventi traumatici in condizioni anche estreme, specialmente durante i soccorsi con Pegaso 2.
Tutto questo però non è bastato a farsi trovare emotivamente preparato ad affrontare il contagio da covid-19, vissuto sulla propria pelle, che lo ha dapprima scosso nel fisico e nella mente e necessariamente isolato dagli affetti, ma, rappresentando una rottura della quotidianità, lo ha spinto anche a ripensare molti aspetti della vita privata e lavorativa.
Verso le metà dello scorso marzo, dopo un giorno di autoisolamento, gli è stato fatto il tampone, risultato poi positivo, come già lo stesso medico aveva intuito.
Come la maggior parte dei casi positivi nella Sud Est, anche Sbrana ha potuto restare a casa in sorveglianza domiciliare in quanto paucisintomatico, ovvero con sintomi lievi, tali da non necessitare assistenza continua e quindi il ricovero.
Il malessere è iniziato con un leggero aumento della temperatura corporea, senza mai superare i 38°, dolori articolari e debolezza.
E’ stata quindi attivata la procedura assistenziale a domicilio per cui un medico dell’Igiene pubblica lo ha chiamato puntualmente ogni 48 ore per accertarsi delle condizioni di salute, come anche gli operatori dell’USCA e il medico competente.
“Ho sempre seguito le indicazioni dei colleghi infettivologi e dell’Igiene, questo mi ha aiutato a non avere paura. – racconta Sbrana – La mia maggiore preoccupazione è stata in primis per i miei figli, oltre che per la mia ex moglie, gli amici e i colleghi con cui ero venuto in contatto nei giorni precedenti alla conferma di contagio.
Alcuni di loro hanno dovuto fare il tamponi e i miei tre figli piccoli e la mia ex moglie sono anche stati in isolamento per due settimane, per fortuna solo in via cautelativa.
Aver messo a rischio la loro salute è stata la sensazione peggiore di questa malattia”.
Durante l’isolamento Sbrana ha sempre cercato di tenere la mente occupata dandosi dei ritmi e delle regole nella giornata, senza mai rinunciare seppur fisso in casa, alle normali abitudini come radersi al mattino, tenere gli ambienti puliti.
“Essendo medico mi sono sentito più fortunato di altri contagiati, perchè sapevo cosa fare e come farmi aiutare in caso di bisogno – prosegue Sbrana – Inoltre ho trovato forte sostegno psicologico nel lavoro che sono in parte riuscito a svolgere da casa, soprattutto grazie ai colleghi medici e infermieri, rimasti a lavorare in maniera indefessa, che hanno saputo coinvolgermi nelle problematiche come fossi lì presente.
Anche in quelle circostanze abbiamo continuato a essere una squadra, non mi sono mai sentito solo, né di peso”.
Dopo un settimana circa, i sintomi erano spariti, ma il tampone di controllo era ancora positivo.Ormai sappiamo che il coronavirus impiega molti giorni a morire.
Ma per Sbrana le speranza di guarigione diventa certezza al secondo tampone di controllo, dopo circa 7 giorni diventato negativo.
“La mattina dell’11 aprile, le colleghe dell’Igiene di Siena mi hanno annunciano la bella notizia e che di lì a poco avrei ricevuto la notifica di guarigione.
Una gioia immensa!
Mi sono istintivamente affacciato al terrazzo e ho festeggiato, pur da lontano, con i vicini.
Ho riflettuto parecchio sul coronavirus e sulla presenza del virus dopo la guarigione clinica (scomparsa dei sintomi ma tampone positivo).
Il sistema di sorveglianza scrupolosa, con tamponi ripetuti per certificare la guarigione, è veramente fondamentale, le modalità di isolamento idem.
Io non ho più avuto i sintomi dopo la prima settimana, ma se non avessi fatto i tamponi e non fossi rimasto isolato, avrei potuto contagiare i pazienti e i colleghi con cui sarei entrato in contatto.
Nessuno di noi era pronto a una tale pandemia – conclude il medico – Faccio il medico da 21 anni e prima il volontario per altri 11, ho visto terremoti, incendi, alluvioni, anche scenari di guerra, ma nulla è stato mai così.
Avevo visto altri agenti infettivi diffondersi e dare insufficienze respiratorie gravi, tra cui la SARS e l’H1N1.
Quando si cominciò a parlare del SARS CoV2, credevo che sarebbe stata la solita notizia da addetti ai lavori che i cittadini avrebbero visto passare quasi in silenzio.
Invece oggi, ci ritroviamo con un nuovo bisogno di salute, per fortuna finora soddisfatto dall’organizzazione di un Servizio Sanitario orgogliosamente pubblico ed efficiente, come quello Toscano.
Ma soprattutto ci troviamo con una popolazione che è stata isolata a lungo, che si sta rapportando con il SSN in modo diverso e che non sappiamo come reagirà nel prossimo futuro.
Dobbiamo ripartire e farlo con intelligenza, coscienza e attenzione.
Ora l’attività ordinaria dovrà essere attenta alle nuove esigenze di protezione e distanza. Anche nel mondo dell’Emergenza Urgenza dovremo consolidare un modo di lavorare nuovo, con più attenzioni e capacità di unire l’esigenza della tempo dipendenza con quella della protezione nostra e dei pazienti.
So che raccoglieremo al meglio la sfida come abbiamo sempre fatto, per l’orgoglio e la voglia di fare al meglio il lavoro che tanto ci piace.
Un pensiero va ai colleghi, agli amici e ai cittadini che stanno o sono stati peggio di me e che, in qualche caso, ancora lottano per la guarigione”.
Riaprono tutti i mercati di Campagna Amica
Da lunedì 4 maggio tutti i mercati degli agricoltori torneranno nelle piazze di Camucia, San Giovanni Valdarno, Arezzo, Sansepolcro, Montevarchi e Bibbiena.
Il mercato di venerdì 1 maggio in via Spallanzani ad Arezzo, come da ordinanza regionale non si terrà. Continua a leggere
I contadini di Coldiretti a partire dalla prossima settimana saranno rispettivamente lunedì 4 maggio a Camucia in Piazza Sergardi, martedì 5 maggio in piazza della Repubblica a San Giovanni Valdarno, mercoledì 6 maggio in piazza Giotto ad Arezzo ed ancora giovedì 7 maggio a Sansepolcro in Largo Porta Tunisi, venerdì 8 doppio appuntamento come di consueto in provincia con il Km zero, al mercato di via Spallanzani ad Arezzo e a Montevarchi in piazza Marchesi, ultimo della settimana di riapertura il mercato di Campagna Amica in pizza Generale Sacconi a Bibbiena sabato 9 maggio.
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