D’Urso: “L’hospice torna nella palazzina Calcit e Siena ha i suoi posti letto Covid”
La risposta del Direttore generale Asl all’Assessora Tanti.
Vorrei tentare di tranquillizzare l’assessora Tanti che ha espresso preoccupazioni sul futuro dell’Hospice.
Non ci saranno né spostamenti né ridimensionamenti.
Né, tantomeno – e uso un suo vocabolo – “spezzatini”. Continua a leggere
L’Hospice tornerà nella palazzina Calcit e l’intenzione della Direzione Asl non è di ridimensionare la struttura ma, se possibile, di potenziarla.
I tempi del ritorno sono connessi all’attenuarsi dell’emergenza Covid ma l’esito finale di questo processo è certo.
Quindi, come ho avuto modo di annunciare al Sindaco Ghinelli, avremo modo di discutere ogni fase del progetto di riorganizzazione sia del San Donato che dei servizi territoriali.
Ovviamente nel rispetto dei ruoli, delle competenze e delle leggi in base alle quali non ci saranno – e cito di nuovo una frase dell’assessora – soggetti istituzionali seppure autorevoli che detteranno la “linea”.
Infine, sempre in una logica di collaborazione che auspicherei comprendesse anche l’informazione e la verifica delle notizie a disposizione, vorrei comunicare all’assessora Tanti che non corrisponde al vero l’affermazione che Siena non abbia una struttura Covid.
L’Azienda ospedaliera Universitaria senese si è dotata dei posti letti necessari alle esigenze della zona di riferimento. E lo ha fatto seguendo, come gli altri ospedali Covid toscani, la programmazione della Regione Toscana.
Se mi fosse stato chiesto, avrei fornito immediatamente e con piacere questa informazione.
Ghinelli scrive a D’Urso: “emergenza Covid: da parte dell’azienda gestione discutibile dei dati dei tamponi richiesti, effettuati e del loro esito ”
“Non rinviabile una comunicazione tempestiva, esatta e puntuale”.
“Mi trovo in estremo imbarazzo perché non ho ancora ricevuto compiutamente i dati in possesso della Azienda USL Toscana sud-est, sebbene abbia scritto oramai innumerevoli volte al riguardo.Continua a leggere
Registro, anzi, un assordante silenzio che mi indigna profondamente perchè dimostra una mancanza di rispetto sia nei confronti delle funzioni che svolgo come Sindaco, sia nei confronti dei cittadini che rappresento”.
Inizia così la lettera che questo pomeriggio il Sindaco Alessandro Ghinelli ha inviato al Direttore Generale della Usl Toscana sud-est e per conoscenza al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e al Prefetto di Arezzo Anna Palombi.
Una lettera nella quale il Sindaco ribadisce la assoluta necessità, soprattutto nella delicatissima fase di allentamento del lockdown e al fine di avere un corretto e trasparente dettaglio circa la situazione sanitaria legata all’emergenza Covid, di conoscere con esattezza e quotidianamente il numero delle richieste di tampone con indicazione della data e del soggetto richiedente, la data e le modalità organizzative di esecuzione degli stessi, l’esito dell’analisi con indicazione della data di refertazione.
Qualora l’atteggiamento di totale chiusura a queste istanze fin qui riscontrato da parte dell’Azienda dovesse comunque continuare anche dopo quest’ultima richiesta, l’Amministrazione intende inviare un ufficiale della Polizia Municipale presso il dipartimento della Prevenzione del San Donato per la consegna dei dati richiesti e non ancora forniti.
Contagio da coronavirus, i dati di oggi: sono 9 i nuovi positivi
Dalle ore 14 del 1° maggio alle ore 14 del 2 maggio si registrano 9 nuovi casi: un nuovo contagio ad Arezzo, un 28enne uno a Castiglion Fiorentino, è un 65enne, a Cavriglia un 47enne, mentre a Cortona sono due i nuovi casi, un 34enne e un 40enne.
In Valdarno: a Laterina Pergine Valdarno due positivi un 42enne ed un 47enne e due a Terranuova Bracciolini, un 15enne ed un 46enne.
Tutti a domicilio.
I guariti sono 2, 1 a Badia Tedalda 1 a Lucignano.
D’Urso a Ghinelli: pronti a discutere insieme la Fase 2 della sanità aretina
“Pronto a discutere subito il progetto di rilancio del San Donato”.
Il Direttore generale della Asl, D’Urso, ha risposto alla nota del Sindaco Ghinelli.Continua a leggere
“Le confermo da subito la disponibilità a proseguire il percorso di condivisione del processo di riattivazione e di rilancio dell’Ospedale di Arezzo, della rete dei servizi territoriali e dei percorsi socio-assistenziali con la stessa modalità che abbiamo seguito, così come da Lei riconosciuto, in fase pre Covid”.
La Asl Toscana sud est ha già avviato il suo confronto interno affinché il progetto finale sia condiviso e sostenuto sia dagli operatori sanitari che dalle istituzioni locali.
E, in modo particolare, risponda ai nuovi bisogni e alle nuove aspettative dei cittadini in questo delicatissima fase di tutela della salute: “ho incontrato – ricorda D’Urso – i diversi professionisti dell’Azienda ASL TSE che operano nelle attività ospedaliere e territoriali per definire una bozza condivisa e comprensiva dei diversi aspetti che potrà costituire certamente, una volta ultimata, la base del confronto con i Sindaci del territorio”.
La Fase 2 della sanità aretina si prepara quindi a salire sulla rampa di lancio.
Tamponi mobili: dal 4 maggio attività intensificata
Sarà la risposta Asl al prevedibile aumento dei testi sierologici.
Il tampone sarà obbligatorio per chi avrà gli anticorpi e sarà l’unica conferma di eventuale positività Covid.
Chi risulterà con gli anticorpi dovrà immediatamente seguire le stesse prescrizioni che hanno i positivi Covid, Numero verde regionale per le prenotazioni.
Nessun accesso diretto al drive.Continua a leggere
I test sierologici si erano già diffusi ma è prevedibile che con le parziali riaperture del 4 maggio s’intensifichino.
L’Asl è pronta per i tamponi necessari, ovviamente gratuiti, qualora dal test emerga che il cittadino ha gli anticorpi e quindi debba obbligatoriamente sottoporsi al tampone.
I test sierologici sono volontari, possono essere fatti dai lavoratori autonomi con un’autocertificazione oppure all’interno di un programma deciso dall’azienda dei lavoratori dipendenti.
Il lavoratore telefona ad una degli istituti privati convenzionati con la Regione.
Il laboratorio di analisi convenzionato che effettua il test sierologico può dare due tipi di risposte.
Nel sangue non ci sono gli anticorpi e quindi la persona può fare tutto ciò che le ordinanze oggi gli consentono.
Nel caso in cui gli anticorpi invece ci siano, il laboratorio comunica al cittadino l’esito del test positivo e la necessità di eseguire un tampone di conferma il più presto possibile.
Consegna al cittadino le informazioni necessarie al drive-through, cioè i laboratori mobili, presenti sul territorio nonché le indicazioni sulle norme comportamentali di prudenza da adottare fino al prelievo del tampone e fino al suo esito.
Per prenotare il tampone, è sufficiente telefonare al numero verde unico della Regione Toscana che è 800 55 60 60.
Composto il numero e ottenuta la linea, si sceglie l’opzione 2 e cioè l’ esecuzione tampone post esame sierologico.
Il numero verde sarà attivo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 e il sabato mattina dalle ore 9 alle ore 13.
E’ importante che al momento della telefonata, il cittadino abbia sottomano la sua tessera sanitaria.
Si ricorda che non saranno assolutamente possibili accessi diretti al laboratorio mobile: la prenotazione, attraverso il numero verde regionale, è obbligatoria.
Dove sarà eseguito il tampone?
Nei laboratori mobili con il metodo definito Drive Through.
Nella provincia di Arezzo, fino ad oggi, operavano a giorni alterni.
Dal 4 maggio le presenze saranno intensificate per garantire la massima copertura.
In provincia di Arezzo saranno attivi nel comune capoluogo, a Montevarchi, Terranuova Bracciolini, Bibbiena, Sansepolcro e Badia Tedalda, La Fratta.
Giorno, orario e luogo saranno comunicati al cittadino dal numero verde regionale.
Tanti: l’Hospice per ora resti dov’è, il ritorno alla normalità per la sanità aretina non potrà essere uno “spezzatino”
“Arezzo ha fatto la propria parte, ma siamo indisponibili a scelte unilaterali
che passano sopra la testa di professionisti e cittadini.
La Asl segua la linea del Sindaco”Continua a leggere
“L’Hospice sta dov’è e per ora nessuno pensi di fare nuovi spostamenti parziali di “pezzi” di sanità aretina. Bene ha fatto il Sindaco Ghinelli a chiedere alla ASL quale sarà il ritorno alla normalità per il San Donato e per tutta la rete dei servizi sanitari e socio sanitari aretini.
Un ritorno alla normalità che va concordato, calendarizzato e soprattutto condiviso.
La Città di Arezzo ha già dato molto alla emergenza COVID19, una emergenza che ha visto i presidi della nostra Città e di quella di Grosseto in prima linea mentre a Siena nessuna “bolla” Covid è stata istituita.
Abbiamo fatto di necessità virtù e non abbiamo polemizzato con nessuno anche se il fatto che Siena non avesse una zona Covid19 è apparso – almeno a me- singolare, ma Arezzo è Città tosta che ha sempre fatto la propria parte dimostrando di avere un personale medico e paramedico eccellente che meriterà gratificazioni anche dopo la fase di emergenza.
C’è però un limite anche al buon senso e quindi non intendo nemmeno prendere in considerazione che i reparti del San Donato possano essere considerati dei “vagoni letto” da spostare via via e siccome sull’Hospice arrivano allarmi seri – interni ed esterni e politicamente trasversali- è bene che si sappia pubblicamente che non sono disponibile nemmeno a prendere in considerazione l’idea di spostamenti “spezzatino”.
La Fase2 sarà in una unica soluzione e soprattutto dovrà rispondere ad una logica unitaria di pensiero prima e non dopo, condivisa con chi è protagonista della sanità e con le rappresentanze dei cittadini.
Ogni altra scelta non sarà considerata una buona scelta nell’interesse della Città. Lo ribadisco: noi non abbiamo fatto una piega quando la Regione ha scelto il San Donato come “bolla Covid19″ perché in un tempo di emergenza sanitaria si dà il proprio contributo, anche se ciò determina e comporta più di un problema e più di una criticità, ma ora nessuna azione sarà considerata accettabile se prima non sarà mediata con i professionisti, con i cittadini e con noi”.
Arrestato il responsabile dell’attentato alla Stazione Carabinieri di Pergine Valdarno
Alle prime ore dell’alba i Carabinieri del Comando Provinciale di Arezzo hanno arrestato, in esecuzione di Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Arezzo, un diciottenne di Laterina-Pergine Valdarno ritenuto l’autore del grave attentato alla Stazione Carabinieri di Pergine e indagato in ordine ai reati di “incendio”, “fabbricazione, detenzione e porto in luogo pubblico di armi da guerra” nonché di “scoppio di ordigno al fine di incutere pubblico timore e di attentare alla sicurezza pubblica”. Continua a leggere
L’attentato è avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 gennaio scorso quando, dal retro della Stazione Carabinieri di Pergine Valdarno, il giovane lancia una bottiglia “molotov” contro il muro perimetrale della Caserma provocando l’incendio e la distruzione di un’autovettura di servizio dei Carabinieri e danni alla facciata della Caserma.
Il 18enne aveva raggiunto, con la propria moto, un distributore di carburante poco distante, privo di videosorveglianza, dove si è rifornito di benzina con cui ha riempito una piccola tanica, utilizzata per la realizzazione della la bottiglia “molotov”.
Le laboriose indagini, sviluppate anche attraverso attività tecniche, hanno consentito di accertarne la responsabilità, nonostante la reticenza e gli sviamenti dei familiari, che erano a conoscenza del fatto che il giovane fosse l’autore.
Il ragazzo aveva raccontato ad amici e familiari che il suo gesto era dovuto al forte risentimento che nutriva nei confronti dell’Arma dei Carabinieri di Pergine Valdarno, dovuto alle molte denunce che avevano effettuato nei suoi confronti per vari atti di teppismo che aveva commesso fin da quando era minorenne.
Ghinelli scrive a D’Urso: ritorno alla normalità per la sanità aretina, un piano da predisporre subito e da concordare insieme
“La Fase 2 va costruita insieme, Arezzo ha dato prova di essere una sanità di eccellenza,
ora la Regione faccia un bagno di umiltà. E ci ascolti”
“Non pretendo che si conoscano i tempi, ma pretendo che si decidano insieme i modi, e sui modi credo che si debba iniziare subito a parlarne”. Continua a leggere
Questo in poche parole è il senso della lettera che il Sindaco Alessandro Ghinelli ha inviato al direttore generale della Asl Sud Est, Antonio D’Urso.
“La sanità aretina ha pagato un prezzo alto all’emergenza sanitaria generata dal coronavirus, con il coinvolgimento del San Donato nella rete regionale degli ospedali COVID che ha determinato un ripensamento generale del sistema e il conseguente spostamento di interi reparti con evidenti criticità per operatori e cittadini”, dichiara Ghinelli.
“Non sono stato protagonista di questa scelta – né mi competeva, ma l’ho accettata di buon grado e anche con orgoglio perché in emergenza è corretto scegliere le eccellenze e siamo contenti che la Regione Toscana abbia capito che Arezzo lo è.
Ero e sono consapevole che il sistema si sia stressato e che si siano creati alcuni disagi per i cittadini oltre che per i nostri professionisti, ma il momento di estrema criticità non poteva che mettere tutti al servizio della comunità. Ora però è tempo anche per la sanità di pensare alla ‘fase 2’ e al ritorno alla normalità – quando sarà possibile-, ma questo ritorno va programmato e soprattutto condiviso senza imposizioni, forzature, o rinnovate mortificazioni.
Ho chiesto quindi al direttore generale di trovare un tempo per questa condivisione, e di farlo nella consapevolezza che se abbiamo ‘subìto’ la scelta del San Donato come ospedale COVID non saremo disponibili ad una ‘fase 2’ dove la Città non sia protagonista.
Credo che questa emergenza abbia insegnato molto, o almeno spero, alla politica regionale, a partire dal fatto che Arezzo merita più risorse e più rispetto perché abbiamo dimostrato, sul campo, di essere eccellenza: al tempo stesso sono venute alla luce gravi carenz, dal fallimento di Estar – centrale unica di committenza – che ha dimostrato una inefficienza ai limiti dell’inimmaginabile, fino ad un sistema sanitario che ha impiegato settimana intere prima di dotare i nostri operatori dei dispositivi di protezione individuale, manifestando inadeguatezza in tempo di crisi, che ha portato anche ad esiti tragici in alcune RSA.
Mi aspetto una riflessione complessiva e stavolta unita ad una umiltà di base che deve avere come primo risultato quello di ascoltare Sindaci, operatori, e cittadini. E’ questo quello che mi aspetto fin dalla prossima settimana”, conclude il Sindaco.
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