In viaggio con dieci chili di hashish: arrestato giovane in A1
La Polizia Stradale di Arezzo ha arrestato un uomo che, a bordo di una Fiat Punto, stava trasportando droga.
Fermato all’altezza del comune di Civitella in Valdichiana da una pattuglia che stava controllando i veicoli in transito quando, la pattuglia, in fase di sorpasso di una Fiat Punto con targa italiana, che, alla vista della macchina della Polizia, improvvisamente e inaspettatamente accosta a destra e si fermav nella corsia di emergenza. Continua a leggere
I poliziotti, insospettiti da quella manovra, hanno deciso di vederci chiaro e lo hanno fermato; l’automobilista era un giovane albanese di 26 anni, che alla richiesta di spiegazioni sulla natura del suo viaggio appariva piuttosto vago, oltre che agitato.
Così gli agenti hanno controllato l’auto e dal bagagliaio è spuntata una busta di plastica con cinque panetti di hashish, per un totale di 10 chili, che sul mercato nero gli avrebbero fruttato circa 20.000 euro.
A quel punto, la Polstrada lo ha arrestato per traffico di stupefacenti, sequestrandogli l’auto e la droga e lo ha condotto nel carcere di Arezzo.
Coronavirus, i vigili del fuoco sanificano il carcere di Arezzo
Il carcere di Arezzo è stato sanificato con l’intervento dei Vigili del Fuoco di Arezzo.
Ad effettuare l’intervento il nucleo NBCR (nucleare batteriologico chimico e radiologico) che con strumenti e attrezzature apposite ha sanificato gli ambienti della Casa Circondariale.
La sanificazione è stata effettuata grazie a un accordo di collaborazione fra enti dello stato.
Covid-19: oggi un solo caso, è a Castiglion Fiorentino
La situazione dalle ore 14 dal giorno 11 alle ore 14 del giorno 12 maggio relativa al fenomeno della diffusione del COVID-19 evidenzia 1 nuovo caso in provincia di Arezzo, nel Comune di Castiglion Fiorentino.
E’ un ottantenne di Castiglion Fiorentino.
Nessun nuovo guarito risulta nel bilancio odierno della nostra provincia.
“Beccati” a Pescaiola due spacciatori italiani
Ieri i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Arezzo, dopo una mirata attività investigativa, hanno individuato due spacciatori che, nonostante le misure di contenimento degli spostamenti in atto, continuavano a vendere droga in zona Pescaiola: entrambi italiani, uno di essi, classe 1989, è stato arrestato in flagranza di reato e l’altro, classe 1996, è stato denunciato in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.Continua a leggere
I Carabinieri hanno iniziato gli appostamenti in zona dopo numerose segnalazioni da parte dei cittadini residenti riguardo una quotidiana attività di spaccio nella zona.
A seguito degli accertamenti e dei riscontri effettuati, sono stati individuati due soggetti, che effettuavano cessioni di stupefacenti a consumatori locali.
Nell’occasione delle perquisizioni domiciliari all’interno delle abitazioni dei due uomini, sono state rinvenute decine di grammi di cocaina e marijuana suddivise in varie dosi pronte per la vendita, nonché il materiale per il peso, il taglio ed il confezionamento delle sostanze, oltre ad alcune migliaia di euro in contanti sequestrati poiché ritenuto provento dell’attività illecita.
L’arrestato è stato condotto, su disposizione dell’autorità giudiziaria, presso la casa circondariale di Arezzo.
San Donato: nessun fiocco Covid
Alle mamme garantito il percorso di avvicinamento al parto e la piena sicurezza in ospedale.
Dopo il tampone e con protezione, anche i padri in sala parto
San Donato, si nasce in sicurezza.
Il Covid è rimasto fuori da ginecologia e ostetricia.
Nessun caso tra mamme e neonati.
Non solo: ogni madre è stata seguita per tutta la gravidanza senza alcuna interruzione.
Parti sicuri e più numerosi: il primo trimestre 2020 ha registrato 351 nascite contro le 303 dello stesso periodo 2019.Continua a leggere
“Siamo rimasti nel nostro reparto in ospedale ma abbiamo rivoluzionato il modo di lavorare. Con un obiettivo: garantire la massima sicurezza a mamme, figli, operatori sanitari e, perché no, anche ai padri – ricorda Ciro Sommella, Direttore dell’unità operativa.
In primo luogo l’accesso: ogni futura mamma si è sottoposta al tampone alla 39esima settimana. Quindi avevamo e abbiamo la certezza che quando entrava o entra in ospedale è “negativa” al Covid.
Abbiamo comunque allestito un’area, che fortunatamente è rimasta inutilizzata, per le future mamme eventualmente positive o sospettate di esserlo.
Quindi il nostro reparto è stato rigidamente “tagliato” in due: aree separate, accessi diversi, percorsi diversi e personale diverso.
E questo per avere la certezza che la donna entrasse e uscisse negativa. E con lei la bambina o il bambino”.
Nonostante l’emergenza Covid, il padre non è stato tenuto fuori ma ha fatto comunque il suo ingresso in sala parto ovviamente se non presentava segni di infezione da COVID.
L’unica diversità rispetto alla “tradizione” è stata la brevità delle visite.
L’Unità operativa si è organizzata per fronteggiare possibili problemi.
“In rianimazione è pronta un’area per eventuali neonati positivi e – ricorda Sommella – abbiamo ridotto in questo periodo la fase di degenza post partum passando, quando ovviamente possibile, da 72 a 48 ore”.
Se l’attività al momento del parto ha subìto variazioni, sono invece state garantite le tradizionali prestazioni durante la gravidanza, da quella consultoriale, grazie al lavoro delle ostetriche, a quello ospedaliero.
Quindi verifica dello stato di gravidanza, consegna del libretto che “accompagna” la futura mamma in tutti gli esami e le analisi di cui avrà bisogno senza prendere ogni volta appuntamento e i corsi di preparazione al parto sono stati garantiti online.
“Il nostro invito – sottolinea Sommella – è di seguire questo percorso istituzionale perché consente un monitoraggio costante a tutela della salute della donna e del futuro bambino. Questo consente infatti di accedere al momento del parto non da “sconosciuta” ma da paziente già monitorata e inquadrata per quanto concerne l’eventuale basso rischio o alto rischio ostetrico.
Se una donna decide di farsi seguire da un medico privato, questo non preclude, anzi è auspicabile, che possa seguire parallelamente e a integrazione il percorso istituzionale”.
L’azienda sanitaria ha garantito tutti i servizi: diagnostica prenatale invasiva (amniocentesi e villocentesi), ecografia del cuore fetale, ambulatorio della gravidanza gemellare e della gravidanza a rischio.
È stato sempre garantito, ovviamente su richiesta, anche il parto indolore con epidurale e la certezza della gestione delle gravidanze complicate.
“Abbiamo mantenuta salda la collaborazione con la neonatologia, guidata da Letizia Magi che ha garantito costantemente la presenza di un neonatologo in area parto.
I bambini sono nati tutti Covid negativi ed è proseguito il rooming in: il piccolo, quando possibile, è rimasto con la mamma durante la degenza.
In sintesi – conclude Sommella – abbiamo garantito la madre nel suo percorso di avvicinamento al parto e abbiamo fatto in modo che questo avvenisse in completa sicurezza”.