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domenica, Aprile 20, 2025
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Arezzo, la città delle “stelle cadenti”

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Mentre in autunno in tanti si fronteggeranno per l’elezione a sindaco, la città sta letteralmente cadendo a pezzi.

Le colonne situate in Viale Buozzi danno segni di cedimento, e un residente appoggiandocisi, si è accorto del pericolo e con senso civico ha chiamato la Municipale.
Tante sollecitazioni erano già  state fatte a riguardo con svariate pec agli organi preposti  mesi addietro, ma senza alcun riscontro.

Al momento c’è il nastro che segnala il pericolo apposto dalla Municipale, sicuramente resterà lì qualche giorno aspettando che qualche vandalo o buontempone si diletti a toglierlo, creando a qualche malcapitato il rischio di rompersi qualche osso.

Poi la malsicura “colonna infame” in Piazza Grande, sostegno (ancora per poco crediamo) per i turisti in cerca di una foto ricordo, aspettiamo che qualcuno si faccia male?

Ancora il crollo del palazzo popolare di Via Libia, e ultimo ma non ultimo, il crollo di un pezzo di cornicione dal palazzo storico di Banca Italia avvenuto questa mattina.

Tutte queste “stelle cadenti”, sempre più frequenti, indicano una carenza di manutenzione ordinaria.

Mentre l’Amministrazione, in vista delle elezioni, e come essa quelle precedenti e quelle successive, si dedicheranno a lavorare su quelle parti di città visibili, per invogliare l’aretino medio, elettore, a riconfermarli, nelle zone più nascoste avanza il degrado.

La gente non è stupida, di rotonde infiorate, marciapiedi centrali e altre opere “spendibili” farebbe sicuramente a meno se si agisse per sanare le miriadi di situazioni da sanare, che non “capitalizzano” la visibilità politica.

Di stelle vorremmo tornare ad ammirare quelle vere, senza rischiare di farlo, alzando lo sguardo, colpiti in testa da cornicioni che si staccano.

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Il Burattino
Il Burattino
Giocatore incallito di verbi e parole, iconoclasta e irrispettoso, non si piega e non si spezza, specialmente quando il gioco si fa duro, egli comincia a giocare. Abituato a prendere botte si difende a colpi di mazza, poliglotta e multietnico, è forse il primo immigrato di Arezzo dalle calde terre dell'Africa.
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