Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale Apa ed il suo collega di partito e consigliere Mattesini ci hanno fatto sapere che, purtroppo, nonostante l’aumento degli arrivi turistici nella nostra Città, Arezzo, diversamente da Firenze, Siena, Lucca e Pisa, non vedrà neppure un centesimo del contributo statale a fondo perduto di complessivi 500mila euro destinato alle attività commerciali dei centri storici delle città ad alta vocazione turistica, che al giugno 2020 hanno subito, a causa della crisi sanitaria e delle norme sul distanziamento, un calo di fatturato di almeno il 33 per cento.
I suddetti amministratori hanno avuto cura di precisare (con qualche omissione non proprio irrilevante) che tale contributo spetta a quelle attività di impresa di vendita di beni o servizi al pubblico dei centri storici dei comuni capoluogo di provincia o di città metropolitana, che secondo le ultime rilevazioni dell’Istat hanno registrato, prima dell’emergenza sanitaria, presenze di turisti stranieri in numero almeno tre volte a quello dei residenti nei capoluoghi di provincia, da ciò traendo argomento per affermare che “…chi governa la Regione considera poco o niente Arezzo e la sua provincia” e per concludere che è “..arrivato il momento di cambiare musica e di dare un nuovo governo alla Toscana”.
Ancora una volta, quindi, secondo Apa e Mattesini, la colpa è della Regione Toscana, dipinta come la perfida matrigna, che, per ragioni di colorazione politica, trascura e penalizza Arezzo.
Ora, a parte il fatto che il contributo e’ statale e non regionale e che di esso godranno altre città capoluogo di provincia come Siena e Pisa guidate da Giunte di centrodestra, i nostri amministratori dovrebbero smetterla di confondere il c… con le quarant’ore e fare, invece, ammissione di responsabilità, se il contributo non tocchera’ Arezzo, riconoscendo che l’incremento turistico da loro così tanto sbandierato, pur se migliorato negli ultimi due anni grazie alla estemporanea iniziativa della Città del Natale e di altre proposte a carattere culinario, non ha raggiunto i numeri ed il livello delle altre 29 città d’arte italiane che avranno il contributo.
Il nostro, e purtroppo lo dicono gli aretini, e’ un turismo di passo, quello così detto “mordi e fuggi”, che non convince, per mancanza di progetti culturali ed artistici di ampio respiro, i visitatori – in particolare, quelli stranieri – a fermarsi per più di tre o quattro misere ore per ammirare le bellezze del nostro territorio.
Nelle tre o quattr’ore necessarie, in media, per visitare Arezzo, il turista – trovandosi per esempio alla Pieve – può comunque assistere al passaggio di uno dei pesanti mezzi che, dopo mezzogiorno e fin verso le due, sono impegnati nella raccolta di carta e cartone che gli esercenti debbono ‘buttare’ per strada in quelle ore. Purtroppo, per l’elenco delle malefatte sarebbe necessario un “rotolone Regina”, quindi mi fermo e rubo la grazia al grande De Curtis: Arezzo città turistica? Ma mi faccia il piacere!…
Mai che nessuno si assuma le proprie responsabilità . Arezzo città d’Arte ma sciatta e poco presentabile , buche in strada e nei marciapiedi, , cordoni disconnessi, fontane sporche , segnaletica stradale inesistente, cestini stracarici , verde e parchi abbandonati e quando ne prendono coscenza vogliono tagliare alberi secolari, che sono per gli aretini come monumenti . Il natale? posso dire una cosa controdendenza? I Monumenti erano incartati da luci che potevano essere migliori , sembravano pacchi regalo, ho visto cose migliori.
Il sistema di raccolta così come è stato congegnato prevede delle scene a dir poco ridicole.