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domenica, Aprile 20, 2025
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Esclusivo: le mascherine coi disegni animalier confondono il morbo

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La notizia ha dell’incredibile: sembra che le mascherine sanitarie antiCovid realizzate con decori animalier (e probabilmente anche camouflage) possano confondere e infastidire il morbo, impedendo al virus di penetrare nelle nostre vie respiratorie.

La scoperta sarebbe avvenuta in un laboratorio scientifico nordcoreano, ove si stava cercando di capire se il Covid 19 utilizzi strutture frattali per riprodursi e moltiplicare il contagio.
Ben vengano allora tutte le mascherine con disegni leopardati, zebrati, ghepardati, giraffati e anche muccati.
Ok anche per i colori mimetici, tanto cari alle squadre di caccia al cinghiale del nostro territorio.

Come avevamo già affermato in tempi non sospetti – quando tutti pensavano che il Covid 19 sarebbe scomparso con l’arrivo dell’estate – è importante avere sempre la mascherina giusta.
Ovvero, al di là del fondamentale uso sanitario, non va mai dimenticato l’aspetto psicologico, antropologico e quindi anche fashion.
Essere eleganti è importante quasi come essere sani e protetti: infatti uno degli aspetti più inquietanti del morbo è stato proprio quello della tremenda incuria depressiva causata dal lockdown e dall’ansia da contagio.

Modello la mia Africa

Vogliamo quindi riproporvi due significative monture antiCovid che già ipotizzammo in primavera; una (modello Dottor Zivago) per i grandi freddi invernali del nostro emisfero, l’altra (modello La Mia Africa) per affrontare calure prepotenti e indomabili. Nel primo caso il cappotto di Casentino può aiutare molto grazie ai “riccioli” di lana cardata acchiappa-morbo, nel secondo la pregevole giacca ghepardata aumenta anch’essa le difese contro il temibilissimo nemico, confondendolo ulteriormente.

Bene, per il momento è tutto.
E attenti a non offendere il virus, come quelli che dicevano: “Vedrai che non arriva al panettone!”.
Ma lui è fatto così, è molto molto dispettoso…

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Francesco Maria Rossi
Francesco Maria Rossi
Giornalista, scrittore, asparagista, Francesco Maria Rossi trova nell'eclettismo la sua più sincera identità. Appassionato di costume e gossip strapaesano, ha scritto con Giovanni Raspini il galateo L'eleganza del rospo (Cairo). Nel 2017 viene inserito come performer nel catalogo del Museo della Follia / Da Goya a Maradona, a cura di Vittorio Sgarbi. Ha promosso Il museo del kitsch, trash and camp e il Museo di Se Stesso. E' convinto che ogni atto mancato sia un discorso riuscito.
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