Sono state riconosciute dalle Nazioni Unite le proprietà medicinali della cannabis in un voto espresso a Vienna dagli Stati Membri nel corso della Commissione droghe delle Nazioni unite (Cnd), l’organo esecutivo per la politica sulle droghe.
L’Onu alcuni giorni fa si è allineata con la decisione presa da tempo dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Il provvedimento non permette l’indebolimento dei controlli, perché i governi hanno ancora giurisdizione su come classificare la cannabis.
La votazione si è conclusa con 27 voti favorevoli, 1 astensione e 25 voti contrari. Dei 53 Stati quasi tutti quelli appartenenti all’Unione europea hanno votato a favore, compresa l’Italia, raggiungendo la maggioranza di un solo voto, a quota 27.
l’Ungheria ha votato contrariamente alla posizione comune dell’Ue.
“La decisione di oggi toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici”, ha detto Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni, attiva a livello internazionale a tutela del diritto alla scienza e alla salute, coordina la campagna ‘Legalizziamo!’.
Dalle ricerche Onu, (dati di tre anni fa), risulta che 188 milioni di persone nel 2017 hanno fatto uso di cannabis, con la produzione che proviene da 159 Paesi e, principalmente, da Maghreb, Mashrek e Balcani meridionali.
La decisione dell’Onu dovrebbe contribuire alla legalizzazione della cannabis terapeutica, i cui benefici sono stati documentati per patologie come il morbo di Parkinson, la sclerosi, l’epilessia, il dolore cronico e il cancro.