Consiglio comunale, approvata nuova disciplina: in piazze e strade del centro storico escluse alcune categorie merceologiche “A distanza di due anni circa dall’ultima modifica del Regolamento per la tutela e il decoro del patrimonio culturale del centro storico, è emersa la necessità di individuare all’interno dell’area più facilmente riconducibile all’identità storica della città, un nucleo circoscritto a ‘maggiore tutela’, specie per la sua capacità di attrattiva turistica, a difesa del contesto e della sua vocazione. Continua a leggere
Tutte le attività sono decorose, non deve assolutamente passare il messaggio contrario.
arebbe fuorviante.
La delibera vuole contemperare le esigenze di difesa del patrimonio cittadino e le libertà d’impresa e di consumo, sottoposte a una limitazione molto parziale”.
Così l’assessore alle attività produttive Simone Chierici ha introdotto la sua proposta di delibera per l’introduzione di una nuova disciplina in alcune piazze e strade dove sono previste adesso limitazioni all’insediamento di alcune tipologie di attività.
Simon Pietro Palazzo ha presentato un emendamento, firmato anche dal presidente della commissione consiliare attività produttive Egiziano Andreani, a integrazione della proposta, fatto proprio dall’assessore.
Dunque, in virtù di quest’ultimo il testo prevede che la zona di maggiore tutela comprende Piazza Grande, Piazza San Domenico, Piazza San Francesco, Piazza della Badia, Via Ricasoli.
In essa sono escluse le attività di tatuatore e piercing.
Estetica e acconciatura sono ammesse solo in forma artigianale, se già esistenti e presenti con una storicità di almeno 3 anni.
Vi è inoltre ammessa la somministrazione di alimenti della sola tradizione toscana e quelli riconducibili, come la pizza e similari, alla tradizione nazionale.
Nel corso del dibattito Michele Menchetti ha criticato la scelta di continuare a escludere tatuatori e piercing mentre Ilaria Pugi ha rilevato la compatibilità del regolamento con gli aspetti culturali di pertinenza dei luoghi interessati. Marco Donati ha rilevato che la maggioranza ha fatto una retromarcia sui contenuti “anche se il regolamento resta scivoloso perché è difficile disciplinare oggettivamente i criteri di apertura di un’attività.
Chiediamoci, ad esempio, se in Piazza Grande alcuni commercianti, oggi presenti, avrebbero potuto aprire se questo regolamento fosse stato già vigente.
Rischiamo inoltre di perdere di vista l’obiettivo principale, ovvero ripensare ai centri storici nel loro complesso dopo gli effetti della pandemia.
La priorità, in questo momento, è un regolamento di questo tipo? Non sono convinto”.
Roberto Cucciniello ha replicato che “non c’è stata alcuna retromarcia, in commissione abbiamo riflettuto sul testo originario, come legittimo che sia visto che la ritengo la sede adeguata.
Il regolamento sarà scivoloso ma è necessario per garantire decoro e sviluppo turistico. Da un pizzico di rigore in più trarremo benefici”.
Critiche anche da Giovanni Donati: “trovo questo regolamento discriminatorio.
Le attività di un centro storico si caratterizzano con un regolamento che preveda il rimessaggio di tavoli e sedie all’interno del locale dopo la chiusura o insegne di un certo tipo.
Non certo colpendo certe categorie di attività e negozi.
Si va a giustificare, poi, la pizzeria.
Sono le stesse pizze che l’amministrazione ha tolto alle sagre perché non sono un piatto tipico?
Non vedo poi tutti questi fondi disponibili per aprire nuove attività e questo dimostra che il regolamento serve solo a impedirne alcune”.
Egiziano Andreani ha ricordato la sua proposta di costituire un tavolo dedicato alle aree del centro storico meno frequentate: “il regolamento, inoltre, fin dalla sua prima adozione ha portato indubbi vantaggi e risultati a tutta la città.
Il volto di quest’ultima è migliorato dal 2015, abbiamo creato un ‘salotto’ vivibile e vissuto e rivalutato turisticamente.
E su questa strada bisogna proseguire”. Roberto Severi: “fin dal 1999 ho creduto nel centro storico come elemento di centralità per Arezzo.
Un plauso va a Marcello Comanducci per il lavoro svolto.
Se partiamo dal presupposto che il nostro centro storico è un patrimonio, non si può non tutelare quelle che sono le sue radici morfologiche.
La globalizzazione non ha esaltato gli aspetti storici e morfologici del tessuto architettonico quindi trovo giusto il richiamo ai centri storici come risorsa, patrimonio visivo e luogo per determinate attività, in linea con quelle che tradizionalmente hanno sempre ospitato.
Il regolamento è un primo passo dell’amministrazione per valutare queste giuste esigenze”.
Paolo Bertini: “questa delibera tende anche a impedire che certe zone del centro storico siano aggredite, effetto tipico dei tempi di crisi, da alcune categorie merceologiche”. Valentina Sileno: “ho già espresso in commissione alcune perplessità sulla base della normativa nazionale.
Con i vincoli che vengono adesso previsti si violano secondo il mio parere l’articolo 3 della Costituzione e il diritto alla libera concorrenza.
Il codice del commercio inoltre prevede semmai limiti per i flussi di accesso ai locali, per gli orari di apertura e non per cosa somministrare o meno.
L’atto andrebbe a nostro avviso ritirato perché non rispetta i principi legislativi sopra citati”. Francesco Romizi ha ricordato che se le categorie economiche e professionali fossero state ascoltate non saremmo giunti a “questo sfregio”.
Il sindaco Alessandro Ghinelli ha rilevato come “abbiamo sempre dinanzi a noi, quando affrontiamo questi temi, la possibilità di scegliere due tipi di approccio: uno liberista e uno vincolista.
In questo secondo caso, vanno fatto delle scelte.
Con questo regolamento intendiamo salvaguardare un’immagine legata alla nostra tradizione, convinti della sua bontà.
Questa modifica interviene oggi non a caso perché molte attività tradizionali stanno vivendo un momento di crisi.
E se alcune vanno incontro a cessazione non possiamo pensare che siano sostituite da altre che non appartengono alle tipicità che ci caratterizzano”.
La delibera è stata approvata con 19 voti favorevoli e 8 contrari.
In non votanti sono stati 2.
“Fondazione Guido d’Arezzo: l’ora delle risposte e di una svolta” “Abbiamo aperto uno squarcio sulla Fondazione Guido d’Arezzo. Non ci fermeremo finché non avremo ottenuto le risposte che chiediamo”.
Commentano così i gruppi di opposizione Arezzo 2020, PD, Movimento 5 Stelle, Lista Ralli, il contenuto dell’interrogazione illustrata nel corso della seduta di Consiglio Comunale su quello che è il soggetto giuridico che oramai da 3 anni è chiamato a gestire il patrimonio culturale e artistico della città, eventi compresi.[/read]
“Nel febbraio 2018, tra i documenti costitutivi figurava un business plan che disegnava un futuro luminoso per la fondazione e la città, con uffici, risorse, razionalizzazione dei costi, processi decisionali snelli, ricerca di sponsorizzazioni importanti, rapporto stretto con il territorio.
Ecco invece cosa lamentava già nel 2019 il revisori dei conti: ‘la quasi totalità dei servizi e degli incarichi è passata dall’affidamento diretto… o come procedure negoziate generiche o senza bando’.
E ancora: ‘i numeri a consuntivo si sono discostati in maniera significativa da quelli preventivati’. Dunque: ricavi inferiori alle attese, costi cresciuti, debiti verso i fornitori, un bilancio complessivo, al 2019, in perdita di oltre 900.000 euro”.
Ma stessa assenza di progettazione i gruppi di opposizione lamentano nel cosiddetto core business, ovvero le attività culturali: “le scelte degli eventi più importanti sono state appannaggio solo del presidente della fondazione, il sindaco Ghinelli.
Tra queste spiccano il Raro Festival costato 700.000 euro, un terzo delle somme a disposizione per un anno, e un festival ‘pucciniano’ che del compositore versiliese aveva giusto il titolo, con un concerto sinfonico che non c’è stato ma che è stato comunque pagato 10.000 euro. Nel frattempo, c’è un incarico di consulente per la produzione musicale che costa 17.500 euro all’anno.
Insistiamo inoltre su un ulteriore aspetto: la candidatura di Arezzo a capitale della cultura: al di là di problemi legati alla mancanza di marketing, elemento vincente per Procida, e del mancato coinvolgimento dei Comuni circostanti, decisivo per la vittoria di Volterra, nella proposta di candidatura di Arezzo mancavano le attività culturali stabili e permanenti, si puntava tutto sull’attrattiva turistica, sui grandi personaggi del passato e sui beni artistici e architettonici senza avere la possibilità di giocarsi il presente.
Ma qui la risposta è semplice e la diamo noi: perché il presente non c’è, a meno di considerare attività culturale un elenco di concerti senza un filo logico o la sostituzione dell’assessorato con un soggetto che si limita a ingaggiare artisti e poi deve far tornare i conti in pareggio.
Nulla più.
Così come nulla più finita l’estate: da settembre non possiamo che registrare la pressoché totale immobilità della fondazione durante la pandemia.
Ultima perla: qualche giorno fa moltissimi teatri italiani hanno aperto e acceso le luci, ovviamente senza consentire l’accesso ad alcuno, per mandare un segnale al Governo da parte del mondo della cultura i cui operatori, come noto, stanno vivendo un periodo durissimo.
Il Teatro Petrarca, gestito dalla Fondazione Guido d’Arezzo, non ha partecipato a questa manifestazione ed è rimasto chiuso e spento”. Ecco i quesiti: “vorremmo conoscere il numero delle domande pervenute a seguito della selezione pubblica per un dirigente del settore cultura cui affidare la direzione della Fondazione Guido d’Arezzo, quali i criteri che hanno portato a una riduzione a tre delle candidature, chi erano i componenti della commissione giudicatrice e come si è giunti alla scelta finale.
Inoltre, se la fondazione intenda a questo punto dotarsi di un’organizzazione all’altezza e se l’attuale direttore sarà messo in condizione di svolgere effettivamente il suo ruolo. Magari cercando di coinvolgere anche quegli operatori che non sono soci perché non sono in grado di pagare una quota”.[/read]
Il sindaco dagli Usa sulla vicenda relativa al segretario generale
Il sindaco Alessandro Ghinelli, collegato in streaming dagli Usa, in occasione del consiglio comunale odierno, ha ricordato la vicenda relativa al segretario generale.
“Dopo i colloqui diretti con i candidati del 26 gennaio scorso, il 28 è stato individuato per la carica di segretario generale del Comune di Arezzo l’avvocato Criscuolo.Continua a leggere
La procedura, dunque, si è messa correttamente in moto con l’assegnazione di Criscuolo ad Arezzo da parte del ministero dell’Interno e la sua successiva formale nomina da parte del sottoscritto. Dopo di che abbiamo concordato la relativa presa in servizio per il giorno 3 febbraio e così è avvenuto.
Giovedì 4 febbraio Criscuolo ha comunicato la sua intenzione di fruire di due giorni di congedo mentre dall’8 al 12 è stato regolarmente presente in Comune, tenendo gli incontri programmati e partecipando alla sedute di Giunta.
Dopo alcune indiscrezioni giornalistiche rispetto alle quali l’avvocato Criscuolo ha voluto tranquillizzarci, lunedì 15 febbraio lo stesso segretario generale ha comunicato di voler beneficiare di altri due giorni di congedo ma in quello stesso giorno nell’albo pretorio di Genova veniva pubblicato il decreto del sindaco con cui si individuava nuovamente Criscuolo per la nomina nel capoluogo ligure, disposta il successivo 17 febbraio.
Il Comune di Arezzo si è visto così costretto ad avviare, il 17 febbraio stesso, una nuova procedura.
Presto avremo i colloqui, mi rammarico semmai per un comportamento che, a questo punto, comporterà per l’amministrazione la perdita di un mese e mezzo di tempo”.
LE NOTIZIE “fuori dal mondo” Divorzio, un tribunale cinese condanna marito risarcire la ex moglie per i lavori domestici svolti negli anni del loro matrimonio
In Cina è stata introdotta una nuova legge sui matrimoni, in vigore dal primo gennaio di quest’anno.
La legge prevede che la persona possa chiedere un indennizzo al partner se è stata quella che si è presa cura in prevalenza dei bambini o dei genitori anziani o ha svolto la maggior parte dei lavori domestici non retribuiti.
Il risarcimento dopo il divorzio, viene deciso dal tribunale nel caso in cui i due coniugi non riescano a mettersi d’accordo.Continua a leggere
In questa prima sentenza, oltre agli alimenti di 2mila yuan al mese, circa 250 euro, il tribunale ha deciso che la donna dovrà ricevere un risarcimento di 50mila yuan, intorno ai 6.400 euro.
Il tribunale, secondo i media locali, ha stabilito che il marito, soprannominato Chen, è tenuto a pagare alla sua ex moglie Wang, la somma di 50.000 yuan per essersi disimpegnato dai doveri di casa.
Chen, infatti, ha lasciato il loro figlio a Wang mentre andava al lavoro e «non si curava né partecipava ad alcun tipo di lavoro», ha riferito la donna alla corte.
Il nuovo videogioco di sopravvivenza “Valheim” è il gioco del momento
Valheim,il nuovo videogioco di sopravvivenza, con tema vichinghi, è diventato il titolo del momento senza che nessuno lo avesse preventivato.
Valheim, disponibile solo su PC, è già stato comprato da 3 milioni di utenti ed è arrivato a essere il secondo gioco più giocato sulla piattaforma Steam, con un picco di oltre 500mila utenti simultanei.Continua a leggere
Su Steam, nessun altro videogioco è diventato così popolare in poche settimane.
Valheim è veloce e semplice da imparare a giocarci.
Sviluppato da una casa di produzione svedese con soli cinque dipendenti, Valheim costa 16,79 euro ed è un “gioco in accesso anticipato”, ovvero chi lo acquista accetta di giocarci anche se ancora in fase di sviluppo e con qualche possibile problema.
Si può giocare da soli o con un massimo di dieci giocatori che cooperano tra loro, i giocatori possonovagabondare in un mondo aperto gendo per modificare quel mondo a proprio vantaggio, costruendo cose.
Ma per costruire cose servono cibo, materiali e oggetti e affrontare una serie di ostacoli.
Una bambina viene trascinata sotto il letto mentre urla “mamma”, il padre afferma che sua figlia è stata “trascinata da “qualcosa” di paranormale
Il filmato del monitor dalla camera da letto dellla bambina mostra la piccola, di nome Emma, che gattona giù dal letto e sbircia sotto prima di urlare “mamma” più volte e scomparire dalla vista.
Il padre di sei figli Josh Dean, che si crede provenga dagli Stati Uniti, ha condiviso il filmato inquietante su con la didascalia: “Mia figlia viene tirata sotto il letto … la moglie pensa che abbia gattonato ma è stata chiaramente trascinata da qualcosa!
Spaventato da ciò che aveva visto,il signor Dean ha usato gli hashtag #paranormal, #needanswers e #wtf ed ha condiviso le immagini.
Il filmato spettrale da allora ha ricevuto più di 900.000 Mi piace su TikTok.
In un altro video, la madre di Emma, Sarah ha detto: “Ok, quindi il video di mia figlia che va sotto il letto, viene tirata sotto il letto, era al 100% nella vita reale, in tempo reale e non posso spiegarlo”.
Ha aggiunto: ‘È pazzesco, se non avessi avuto telecamere non me ne sarei mai accorta.
I due spaventati si sono rivolti alla piattaforma dei social media per condividere i loro pensieri sullo strano evento.
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