La gente ad Arezzo (e non solo) ha la testa dura, se ne frega del Covid, e si ammassa ovunque, sempre e comunque.
Un sabato da incubo, e anche la domenica non ha scherzato, quando alle 18 e 20 lo scenario in Corso Italia era quello delle foto.
In Piazza Sant’Agostino e in Piazza Grande tutti col bicchiere in mano (e mascherine calate ovviamente), senza contare l’ennesima rissa il venerdi sera in piazza Sant’Agostino, rissa con lancio di fioriera.
A ubriacarsi in tanti, a fare shopping quasi nessuno, tanto che di buste in mano davvero poche.
La nuova moda dei giovanissimi (ma non solo) è poi bisbocciare nei parchi, e ci è anche giunta notizia di barbecue improvvisati (abusivamente) in piazzole di periferia, ove i convenuti erano più che numerosi.
Inutile girarci intorno, se i controlli latitano, in tanti fanno quello che vogliono, in barba a chi le regole le segue.
Intanto il rischio di zona rossa per il 3 di marzo sembra più probabile che mai.
Nulla da dire, ormai sembra più la regola che l’eccezione il comportamente irresponsabile di tanti aretini.
Brutti tempi aihmè.
Peccato – per loro, di meno, fortunatamente, per la salute pubblica – che a quest’orgia irrefrenabile non partecipino anche i Quartieri. Avevano ormai una ben oliata macchina da mescita che nei due periodi di Giostra annuali procurava alle casse sociali la gran parte di quell’incasso necessario a garantire la gestione delle loro colossali, costosissime strutture denominate: campi prova. Ma qualcosa si sta movendo, i loro lamenti per essere tenuti esclusi dal “fiero pasto” son giunti in Comune e lì li si sta soppesando con occhi di riguardo; la più attenta stampa cittadina ce ne riferisce sempre più con dovizia. A Saracino di giugno annullato, o rinviato?, scommettiamo che per quel periodo e la successiva estate – pretesto i novant’anni dal rinnovo del Trentuno – presso i Quartieri ci sarà di nuovo e finalmente il modo per contribuire in maniera determinante a spegnere la sete inestinguibile della gioventù nostrana?!
la salute pubblica è stata abbondantemente sacrificata negli ultimi anni in nome di una malata economia da movida dove pare sia l’alcool a generare PIL.
i controlli sono sempre stati latitanti, dal giovedì in via Pietri al fine settimana in centro con l’aggiunta di cene propiziatorie che ora durano 10 giorni , mengo addirittura nei giorni feriali e svariati altri eventi sagraioli.
ora si parla di tavoli con le varie categorie, di regolamento per il centro storico ecc. ecc. non si parla mai dei residenti per i quali il decoro non significa avere ristoranti toscani piuttosto che giapponesi ma semplicemente poter dormire la notte e non vedere i propri portoni scambiati per bagni pubblici.
C’è una nuova generazione di giovani totalmente fuori controllo: risse, coma etilici, scazzottate, urla schiamazzi, vandalismo, che stanno tenendo ostaggio le serate (e non solo) di Arezzo.
Ci vogliono sonori schiaffoni, e anche la possibilità he tanti genitori paghino poi i danni che i loro pargoletti infliggono all’arredo pubblico.
Intanto Ghinelli è in America con la moglie e di Arezzo se ne frega…
eh già e il sindaco del giorno dopo minaccia di chiudere i parchi ma si guarda bene dal chiudere le piazze del bicchierino.
proprio vero, anche prima della pandemia eravamo già fuori controllo, una città sempre più lontana dalla cultura, dalle efficienti città europee che vorrebbero emulare, e lontanissima dal decoro di un tempo.
appena possibile ripartiremo con un bombardamento di eventi senza logica che servono solo a mascherare le carenze, tra l’altro a saldo abbondantemente negativo cone si è visto dai recenti bilanci della ennesima fondazione.
roboanti annunci ci anticipano la prossima fiction in città ma sarebbe ora di tornare alla realtà.