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martedì, Aprile 29, 2025
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Vogliono frantumare le persone fragili

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Alle 18,49 mi arriva il messaggio dalla Regione Toscana:

“Gentile utente la tua posizione è stata verificata, alle 19 potrai prenotare online con questo codice ecc… “

Inizio qualche minuto prima la procedura e anche se non Arezzo qualche altro distretto sembrava disponibile.
Sembrava perché con una lentezza esasperante si arrivava in fondo e ti dicevano che non c’era più disponibilità.

Naturalmente insisto, ripartendo da capo mettendo il codice fiscale ed il numero di prenotazione inviatomi ma tra “ops, scusa, ma la colpa non è tua” e spiacenti ma non ci sono disponibilità si passa altre due ore a vedere quella specie di stella che lampeggia per minuti ad ogni passaggio dell’operazione, si rimettono per la centesima volta codice fiscale e numero di prenotazione, si provano tutti i distretti e anche tutte le località della Toscana sempre con il solito risultato.

Ad un certo punto comincio ad odiare anche il mio codice fiscale e poi penso a quei decerebrati che a fronte di 15.000 dosi mandano il messaggino a 65,000 persone, creando una specie di arena dove i pazienti fragili si affrontano a suon di tastiere.

Poi ti assale una specie di rabbia per essere gestiti da questi manaveri a cui nemmeno una zappa starebbe bene in mano ed anche una umiliazione di dover digitare per ore senza risultati, quando ci sarebbero state altre modalità più decenti per evitare questa dimostrazione di incapacità organizzativa.

Ora tra uno scritto e l’altro continuo a provare senza sapere quando arriveranno nuove dosi e quando sarà riattivata la procedura.

Se la Regione Toscana voleva far concorrenza al caos della Lombardia ci è riuscita benissimo, agli ultimi posti per le vaccinazioni ai fragili e agli ottantenni

Per questo oggi riceve da un “fragile”, pensando anche a tutte quelle persone che hanno poca o per niente confidenza con un computer, un per niente cordiale “vaffanculo” a Giani e a tutta la sua giunta.

1 commento

  1. Questo è un appello accorato a indossare la mascherina su bocca e naso, soprattutto in città, laddove per conformazione stessa della città può apparire in modo inatteso (senza tempo di coprirsi perché magari in uscita da un negozio o da dietro un crocicchio di strade) gente che ti passa anche molto, molto, da vicino.
    Rivolgo l’appello specialmente ai fumatori che con la motivazione della fumata stessa tengono giù la mascherina, e strusciano anche rasente a persone spesso anziane, che si trovano magari in giro semplicemente per fare la spesa per il vivere quotidiano.

    Per queste persone fragili, ma anche per i non anziani, dentro l’alitata sgradita del passante, se c’è il virus e questo lo becca, deve solo “ringraziare” voi.
    Ok anziani quindi destinati a morire?
    Eh no signori miei, morire per la disattenzione altrui mi pare un po’ eccessivo… non trovate? Di fatto tutti siamo destinati a morire, quindi l’esser anziano non dà nessuna priorità in termini di morte, eccetto la statistica.

    PORTATE LE MASCHERINE FINCHE’ NON SIAMO TUTTI VACCINATI NON SE NE POLE PIU’ PORTATE LE MASCHERINE COME SI DEVE! Sembra un gesto banale ma finché non saremo vaccinati non abbiamo altra arma di difesa: mascherine, igiene, distanze. Ma la mascherina correttamente usata e correttamente indossata, anche la banale chirurgica, si rivela un’importante strumento di difesa.

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Luciano Petrai
Luciano Petrai
Di professione “curioso”, ha attraversato negli anni ’80 le speranze ecologiste collaborando attivamente con gli Amici della Terra – Italia. Ha cavalcato le delusioni politiche e sociali attraverso una buona dose di auto-ironia e di sarcasmo. Attualmente fa parte della redazione del periodico “Essere” ed esprime note e lazzi in una frequentata pagina facebook . Ed ora l’esperienza ne “L’ortica” per continuare a pungere divertendosi.
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