(Liberamente tratto dalla storia della canzone italiana e dall’ultima storiaccia in Consiglio Comune)
Gli telefona lei o no, gli telefono io o no.
Questo Consiglio Comunale è una camera vacante della presenza del sindaco , gli telefona lei o no, gli telefono io o no.
Sembra Fotoromanza e, invece, è l’adunanza di giovedì, durante il duetto improvvisato da due eccezionali imitatori del gran successo canoro di Nanna Nannini.

Un siparietto con il Francesco Romizi a cantare il refrain Gli telefona lei o no, gli telefono io o no mentre il presidente Luca Stella rispondeva al consigliere comunale con il ritornello in realtà di un altro brano – Piange il telefono, ma lui non verrà, anche se sono ore che stiamo qua – cavallo di battaglia dell’indimenticabile Domenico Modugno.
Com’era cominciata, è semplice.

Sono le 9 del mattino e Stella, da buon anfitrione, comunica agli amministratori, riuniti per la nuova adunanza cittadina, l’assenza del primo di loro.
La presenza del sindaco – annunciava – sarà temporaneamente impossibile, causa un impegno concomitante in Prefettura.
Ma “sarà con noi – concludeva – nel giro di 3 ore al massimo”.
Ma di ore ne passeranno otto e il Ghinelli continuava a non esserci, cosicchè, se nessuno aveva avuto da ridire inizialmente – stante che neanche il sindaco può essere ubiquo – ecco che la canzone cambia.
E fu così che Romizi intonò Fotoromanza, mentre Stella gli rispose con il refrain di Piange il telefono.
Chissà, poi, come mai la presenza del sindaco era bramata tanto, proprio in quella fase dei lavori del Consiglio Comunale.
Semplice: la discutibile collocazione della nuova caserma della Polizia Municipale in via Fabio Filzi era il tema in discussione.

Ma, allora, è chiaro: il Ghinelli ha pensato bene di non esserci, confidando sul “cantate, cantate, che tanto prima o poi vi passa”.