L’altro giorno s’era (s)ragionato sulla tutela della lingua italiana, spodestata dallo speak english, sempre più estromessa dagli inglesismi, persino dagli atti del Comune di Arezzo, che se non di Dante è del Petrarca, ma scrive come Shakespeare e/o la first lady Marjorie Layden.
E s’era detto della mozione, protocollata da Fratelli d’Italia, sul vincolo di redigere i documenti come li scriverebbero Gaio Cilnio Mecenate, Pietro Aretino, Francesco Redi, se tornassero in vita ai giorni nostri, e non come Charles Dickens o Oscar Wilde, più vivi dell’italiano lingua morta.
Oh, approvata!
Sì, ma approvata come?
Come l’Agenzia Europea dei Medicinali, i vaccini.
Cioè?
Si legge Approvata ma si dice approvazione condizionata.
In pratica, il Comune d’Arezzo, d’ora in avanti, sarà vincolato a scrivere esclusivamente in italiano fin tanto che il beneficio, derivante dall’utilizzare la madrelingua, non soccombe alla disponibilità di inglesismi intraducibili nella lingua di Dante.
Che dire.
Si potrebbe dire che la diffidenza sui vaccini anticovid è immotivata, nonostante l’autorizzazione condizionata concessa dall’Agenzia Europea dei Medicinali, invece, la diffidenza sull’approvazione condizionata concessa all’italiano, come lingua esclusiva negli atti del Comune, è scetticismo motivato e sfiducia più che fondata.
Morale: il Comune continuerà a inglesizzare a palate di anglismo.
Ol rait.