Giunge il consiglio a Consiglio Comunale e sindaco di non dire Hospice se non ce l’hai nel sacco:
“se verrà, effettivamente presentato il progetto ufficiale della nuova struttura sanitaria per le cure oncologiche palliative, dopo averlo analizzato, solo allora si potrà esprimere giudizi, nel sacrosanto diritto dei cittadini di analizzare e giudicare quanto viene predisposto e costruito grazie al contributo della cittadinanza, in tasse e donazioni”.
Calma e gesso fino al 24 giugno, insomma.
Chi è di questo avviso è il medico ex coordinatore dell’Hospice, per i pazienti terminali.
Il dottor Pierdomenico Maurizi, in controtendenza rispetto agli amministratori locali, non fa mistero di non condividere del tutto la soddisfazione invalsa nelle istituzioni dopo il cronoprogramma illustrato da Asl Toscana Sud Est, venerdì scorso.
Nella prospettiva di ridare una sede alla struttura sanitaria ( mandata via dalla Palazzina Calcit, da oltre un anno) l’Hospice è ricollocato da ieri, 1 giugno, all’Istituto Madre della Divina Provvidenza di Agazzi, ma temporaneamente, in attesa progetto ufficiale che guarda agli immobili dell’area Pionta, dove l’altro ieri era in programma un sopralluogo.
Un esame da cui i tecnici della Asl dovrebbero desumere indicazioni più precise sulla fattibilità del progetto stesso.
Intanto, però, il dottor Maurizi – già promotore di una petizione popolare, sostenuta su Change.org da quasi 4 mila adesioni alla istanza rivolta al presidente della Toscana –non nasconde una serie perplessità, neppure sulla sede temporanea “in quanto la struttura, sebbene accogliente, non è un Hospice, essendo sprovvista di gran parte delle caratteristiche, richieste da Ministero e Regione Toscana, indispensabili per definire Hospice una struttura sanitaria”.
Ad esempio, la Asl non ha fatto cenno agli infermieri ed Oss in organico , mentre il medico ex responsabile della struttura ritiene auspicabile un personale completo di tutti gli operatori sanitari del “vecchio” Hospice.
Ciò permetterebbe di ridimensionare, almeno in parte, la differenza tra la struttura di Agazzi ed un vero Hospice”, anche in relazione ai posti-letto.
Passano da 6 ad 8, ma non è stato detto se verrà aumentato proporzionalmente anche il numero degli infermieri e degli Oss.
Nonostante queste criticità, anche per il dottor Maurizi è giustificata una certa soddisfazione però – sottolinea – occorre prudenza, evitare di sbilanciarsi in giudizi frettolosi, non dire Hospice se non ce l’hai nella realtà.