In un bel capolavoro cinematografico non capiterebbe mai che l’attore-protagonista non venga citato neanche nei titoli di coda.
Figurarsi nei titoli di testa del film.
La Guida di La Repubblica, questo bel un capolavoro per la promozione turistica di Arezzo, non è una pellicola, ma è lo stesso un gran bel lavoro da Oscar.
L’opera, lo strumento che ci voleva per divulgare le eccellenze della nostra città e del territorio.
Peccato, però, che La Repubblica, o meglio, la prestigiosa Guida non cita neanche in una didascalia, non menziona neppure in una noticina a piè di pagina, il principale Festival di musica rock originario della nostra città, nativo quanto i Grandi del passato.
Tanto più che ArezzoWave può permettersi di vantare una storia ultratrentennale alle spalle e un avvenire davanti nel campo della promozione delle eccellenze della musica giovanile, in Italia e all’estero.

Ma, invece, ArezzoWawe neanche figura in una postilla scritta a margine della ficcante presentazione di Arezzo come “città della musica”, di cui le prime due pagine illustrano gli eventi must. Davvero paradossale, una disattenzione particolarmente bizzarra, distrazione tanto più inspiegabile, a fare mente locale sulla mole di articoli, l’entità di recensioni pubblicate su ArezzoWave, dallo stesso quotidiano della Guida, negli anni in cui il Festival, del patron Mauro Valenti,è stata la manifestazione, protagonista dal vivo e protagonista in versione multimediale, 365 giorni su 365 giorni, nei suoi primi tre decenni di storia, della musica giovanile; trampolino di lancio di tantissimi talenti e, come tale, epicentro dell’industria discografica italiana.
Davvero stravagante questa assenza – tanto dai titoli di testa tanto dai titoli di coda, anche di un minimo accenno di nota volatile – passata inosservata al Comune, che, eppure, è comproprietario del marchio ArezzoWave e compartecipante alla Fondazione.
Ma come?
Il Comune neanche ha, sia pur minimamente, a cuore che un evento , del quale detiene una quota, venga degnamente menzionato e citato meritatamente?
ArezzoWave, la considera morta e sepolta?
La reputa un passato da dimenticare?
La considera da estromettere finanche dallo spazio di una piccola citazione, una didascalia, una nota a piè di pagina?
Si dirà che il Comune e nessuno della Fondazione Arezzointour era incaricato di redigere la Guida.
Si dirà questo e altro, mentre ci sarebbe unicamente una cosa da dire, a proposito di questo capolavoro di Guida in cui non figura neanche riferimento ad ArezzoWave:
in un mondo, anche il nostro mondo di prossimità, che si sta impoverendo…culturalmente…artisticamente…socialmente…questo Festival ha rappresentato gli anni migliori nel recente passato della nostra città.
Chi di dovere, ci sappia dire, se ne ha il coraggio, se dopo ArezzoWave c’è stato un evento di aggregazione musicale altrettanto famoso nella nostra città.
Allo stesso modo attrattivo e allo stesso modo famoso.
La Guida di La Repubblica, non dovrebbe servire a reclamizzare le eccellenze?