Comincio a gettare alle ortiche svariate di cose, prendendo spunto dal parlamentare Maurizio D’Ettore e dal post in cui scrive di essere rimasto disciplinatamente ad aspettare il turno di vaccinarsi in base all’età.
Io, contrariamente a D’Ettore, ho scavalcato, ma non ho alcun senso di colpa e non mi sento indisciplinata, non sono incivile, sono caregiver.
Ed ho scavalcato dopo essere rimasta in trepidante attesa, come caregiver, per qualcosa come 2 mesi e mezzo – esattamente dal 10 marzo fino alla fine di maggio – prima che il Sistema Sanitario di Regione Toscana mi consentisse di accedere al vaccino.
Si, mi permettesse di vaccinarmi con la priorità dettata dal gen.
Figliuolo, all’inizio dell’aggiornamento del Piano Pandemico anticovid-19.
Quando Regione Toscana si decise – anche se dopo tanto e, in particolare, dopo la virulenta ondata virale, giunta anche ad Arezzo, per questo rimasta lungamente in zona rossa– non sono stata a dirmi “Alò, Psicobotola Briosa, essi ganza, essi disciplinata” e mi sono appostata davanti al pc, per una settimana, pur di scavalcare, Possedendo tutti i requisiti per non stare ad aspettare il mio turno, in all’anagrafe.
Alla faccia del temporeggiare di Regione Toscana e del problema tecnico da superare nel portale, prima di attuare la priorità su chi si prende cura e dà assistenza ad un soggetto fragile e in handicap grave.
Non ce l’ho direttamente con il parlamentare D’Ettore. Il quale scrive bene a scrivere che è bene aspettare il proprio turno in base all’età.
Tuttavia, il mio turno non è mai arrivato di ottenere una risposta, che fosse una risposta, dagli svariati politici (locali, regionali, nazionali) da me interpellati, durante tutti e due i mesi in cui la Toscana non permetteva la vaccinazione dei caregiver di over80.
Cosicchè, se qualcosa ho imparato, durante questa emergenza epidemiologica, ho assimilato che il Sistema Sanitario di Regione Toscana non è così tanto poi virtuoso, come credevo, e che per sensibilizzare un politico, occorre che questo politico si scorni di persona con lo stesso problema vissuto da una molteplicità di persone comuni. Altrimenti, gniele potrebbe fregà de meno. Tutt’al più, en passant.
Dimostrasi il caso delle peste e corna dette sul conto della gestione della campagna vaccinale di Regione Toscana, fintanto che lo stesso Draghi sembrava propenso di assegnare la maglia nera al Governatore Eugenio Giani, poi divenuto il pupillo del gen. Figliuolo, che adesso porta la Toscana in palmo di mano.
E’ vero: la somministrazione dei vaccini ha registrato un cambio di passo. E’ vera un’altra cosa, però: gli errori commessi inizialmente stanno godendo di immediata amnistia.
Anche i salmi infarciti di peste e corna sono destinati a finire in gloria.
D’altronde, i salmodianti alleati, quasi tutti, nello stesso governo nazionale, paisà
E’ in atto il classico colpo di spugna e, in questa fase più che nella precedente, ci vuole che un politico ci sbatta personalmente il muso, che debba scornarsi in prima persona, affinchè le istituzioni prendano in qualche considerazione la problematica.
Un esempio giunge dal Consiglio comunale di Arezzo.
Nei giorni scorsi, un amministratore è incorso in un pessimo casino, della specie di casini che stanno avvenendo tuttora, durante questa campagna di vaccinazione.
A seguito dell’accaduto, l’interessato ha precipitevolissimevolmente dettato il solenne proposito di protocollare una circostanziata interrogazione consiliare, da presentare in Aula. Aula di Palazzo Cavallo in cui i casini sofferti dai vaccinandi aretini non hanno quasi mai trovato eco.
Se escludiamo una solitaria interpellanza rivolta alla giunta, subito disponibile, ma quasi per inerzia, a chiedere spiegazione alla Asl.
Dopo due mesi e mezzo, se ne sa qualcosa?
Ieeeeeeee.
Che dovrebbe allora dire il nostro Sindaco ?