Bisogna essere il Quartiere più popolare e popolano della Giostra.
E incarnare le virtù cavalleresche rappresentate dalla quintessenza stessa del torneo di Piazza Grande.
Bisogna essere Porta Crucifera e onorare degnamente e visibilmente la scomparsa di Amedeo Principe di Savoia Duca d’Aosta nel sito ufficiale rossoverde.
A differenza di istituzioni locali repubblicane, come Provincia di Arezzo e Comune capoluogo, Colcitrone, da stamattina – all’indomani dei funerali del notissimo Savoia d’Aosta, nostro conterraneo – tributa, nella home page cruciferina, il cordoglio di Rettore, Consiglio e dei Quartieristi tutti ai familiari di Sua Altezza, commemorandone la scomparsa sia alla luce della “familiarità con i Principi di Piemonte, eredi al trono d’Italia” radicata, nel popolarissimo quartiere del Saracino, fin dal 1938, ma anche alla luce del legame di Amedeo con Palazzo Alberti e il popolo cruciferino.
Il Duca, al tempo tenutario del Borro, non manco d’inviare un’adeguata provvista del suo Chianti per la cena della vittoria in occasione di una delle tante (e meritatamente tante) vittorie rossoverdi. E non fece mancare le sue parole, all’estremo saluto, in Duomo, all’indimenticato Maestro di Campo Luciano Centini, quartierista cruciferino.
Ed è proprio in relazione a quest’ultimo evento che dal cordoglio riaffiora la memoria della voce che circolò negli ambienti giostreschi sulla possibile successione di Amedeo Principe di Savoia Duca d’Aosta come Maestro di Campo.
A testimonianza, se ve ne fosse l’occorrenza, del legame che univa lo scomparso alla nostra città e al meglio della sua tradizione, la Giostra del Saracino.
La qual cosa stride ancora di più con il silenzio delle istituzioni locali repubblicane.
E’ proprio così, bisogna essere un quartiere popolare della Giostra ed essere Porta Crucifera, per guardare al di là dei titoli di cortesia, e Amedeo di Savoia ne aveva tanti, e sentire di aver perso un amico e un uomo di qualità.
La grandezza di Porta Crucifera, in particolar modo, ma di tutti i nostri Quartieri della Giostra, si misura anche in questo.
Grandi cruciferini, ci avete onorato tutti, colmando la distanza delle Istituzioni locali dai sentimenti popolari!
P.S. Alvise da Mosto ringrazia C.A. per la segnalazione e si permette di caldeggiarlo di andare oltre il commento e di mettersi a scrivere, con l’intelligenza e l’arguzia con cui commenta.
Cara Ortica, grazie, la tua lode mi lusinga, ma io non so prosare, in specie di questa città, una volta miele e adesso amara come fiele; pertanto, “de’ versi miei spontanei accetta ingenuo dono, se a te i miei versi piacciono anch’io poeta or sono”. Accetta, cioè, e contèntati di qualche mio commento che continuerò a inviarti.