Come si fa a fare perdere al civismo anche l’ultima verginità residuale?
Mi ricordo che lo stesso dubbio mi venne nel 2015 e mi venne sull’ ingegner Alessandro Ghinelli.
Dopo l’elezione a sindaco, andò ad Arcore, da Silvio Berlusconi.
Allora, confesso, avevo altre cose per il capo, e l’ultimo dei miei pensieri era la mia verginità illibata, però, ricordo benissimo che mi dissi: alò, ma com’è che s’è fatto eleggere sindaco da civico, con cotanta lista civica, e, poi, la prima cosa che gli viene in mente è di andare in quella gran bella magione rinomata per essere il simbolo stesso del partito di Forza Italia?
Negli anni a venire , non ci ho pensato più.
Mi sono accontentata di stare a vedere come amministra il Comune, per dirmi che non lo amministra esattamente in stile civico.
Perlomeno, non nel senso del civismo politico, strettamente inteso in senso vergine.
Lo stesso dubbio mi è frullato in capo a sapere chi è il vice coordinatore provinciale di Forza Italia, dopo l’uscita dal partito di chi lo era prima e mi sono subito detta:
Alò, se la signora Mary Stella Cornacchini è civica, allora io sono gnocca.
Siccome, quando mi guardo allo specchio mi dico tante bugie, c’è qualcosa che non mi torna nel civismo della signora Cornacchini, la quale – sia detto da donna a donna – secondo me è più bella che civica.
Ma comunque…
Rifletti Psicobotola Briosa, mi sono raccomanda di riflettere sulla elezione della signora Mary Stella al Consiglio Comunale in una lista civica, sì, ma in quota a Forza Italia, e, però, mi sono detta, tra me e me: un conto è portare il civismo dentro un partito, un conto è far diventare il civismo vice coordinatore provinciale di quel partito.
Insomma, dico io:
Alò, in questo modo il civismo politico perde anche l’ultima verginità.
O no?