Mentre il Comune spende e spande per la Città del Natale, con grossi disagi per i residenti del Centro Storico, trattati come stracci (ma di questo ne riparleremo), il resto della città commerciale deve arrangiarsi a proprie spese.
Negozi privilegiati e negozi lasciati in balia di sé stessi, come accade per quelli della parte bassa di Corso Italia e non solo.
Dovendo pagarsi le luci da soli, accade che, i negozi di privati, pochi e sparuti, si vedono costretti a non pagare le luci di Natale, perché sarebbe una beffa.
Infatti per addobbare di luci quella porzione di strada, dovrebbe esserci la partecipazione di tutti i negozi e attività commerciali, ma così non è.
Le grandi catene di abbigliamento non vogliono pagare, le banche lì presenti nemmeno.
Negli anni scorsi i privati hanno pagato, ora alcuni non vogliono giustamente farlo, perché alla fine ci “guadagnano” pure quelli che non mettono manco un euro.
La spesa se fosse sostenuta da quattro o cinque esercizi ammonterebbe da 150 a circa 180 euro rispetto ai 70/90 euro sborsati da altri commercianti che riescono ad aderire in numero sufficiente per dividersi un costo sostenibile.
Se succedesse, i “soliti bischeri” sgancerebbero, e gli altri godono gratis.
Bene hanno fatto a non farsi prendere in giro, e se il Comune volesse addobbare di luci anche laggiù, sarebbe una mossa utile, visto che Arezzo non è solo Città del Natale.
A casa mia si chiamano “Taglieggiamenti” .
Infatti da oltre trentanni sono diventate luci eterne e spesso calde…ggiate in passato anche da associazioni di categoria varie.
Oltretutto con costi esagerati rispetto ai risultati bui e antiestetici, tanto conta solo Il “Parco Giochi Centro Storico”.
Mi raccomando non perdetevi le attrazioni maggiori :
” Famigliole che questionano con figli che piangono” e
” Dove piscio ?”
Comunque nel tempo il progressivo arrivo delle grandi catene ha rallentato certi ingranaggi che stritolano solo gli indifessi .
Solidarieta’ e rispetto per tutti i “Taglieggiati”