Il Comitato per la rinascita del Pionta valuta positivamente la ripresa del confronto tra istituzioni e Comitato sul futuro del parco.
Dopo alcuni mesi è stato riunito l’apposito tavolo di confronto con il quale si è riattivata un’attenzione sul parco e sono scaturite alcune novità.
“Abbiamo registrato un’intesa Comune-Asl – dice il Comitato – volta alla realizzazione di alcuni servizi socio-sanitari sulla spinta derivante da finanziamenti che non vanno persi, in modo da recuperare intanto alcuni edifici dismessi e in cattive condizioni”.
Tuttavia, secondo il Comitato la necessità di predisporre rapidamente alcuni progetti parziali deve inquadrarsi in un progetto organico che al momento non c’è.
“Il Pionta è un luogo complesso – sostiene il Comitato – dove insistono varie vocazioni e potenzialità (le funzioni socio-sanitaria, formativa, culturale-aggregativa, ambientale) e vari soggetti con mission diverse che vanno messe in relazione e fatte interagire; è una vasta area da collegare sempre più con il resto della città con appositi interventi”.
Il comitato ricorre ad un’immagine: “Il Pionta è un mosaico, per questo occorre avere una visione d’insieme grazie alla quale i singoli tasselli vanno a incastrarsi in modo giusto.
Al momento, però, l’unica funzione trattata è quella socio-sanitaria, perdipiù carente di una risposta di carattere urbanistico”.
A sostegno di questa sottolineatura i rappresentanti del Comitato richiamano anche la puntuale Osservazione al Piano operativo, presentata dal Comitato ed approvata dal Consiglio comunale ma fin qui rimasta sulla carta, che parlava per l’appunto di un indispensabile progetto complessivo.
A parere del Comitato, dunque, si corre il rischio di realizzare interventi parziali e scollegati, che non considerano tante altre necessità e funzioni con le quali in futuro possono entrare in collisione se non si inseriscono fin da subito in una visione organica.
“Facciamo alcuni esempi – prosegue il comitato -: come si conciliano i previsti nuovi servizi socio-sanitari, alcuni indispensabili come l’hospice, altri opinabili e nuove costruzioni attrattrici di traffico,con viabilità e parcheggi che non possono entrare in conflitto con le naturali funzioni di un parco?
Oppure, come si tiene conto delle esigenze dell’Università in espansione, rappresentate nel corso dell’incontro, che ha bisogno di spazi e servizi per un campus che vorremmo sempre più in dialogo con il resto della città?
Ancora: quale sarà il destino di alcuni edifici da recuperare non considerati in questa fase e come si relazioneranno con il resto degli interventi?
E come si può e si deve dare impulso alla riqualificazione dei vari spazi aperti, alla ripresa degli scavi archeologici, al sostegno ad attività culturali, sportive, ludiche valide in sé e per rilanciare la più ampia fruizione del Pionta?”.
Ecco perché, a detta del Comitato, ora serve un progetto complessivo e partecipato nella sua elaborazione, anche avvalendosi di iniziative e contributi che stanno maturando all’interno dell’Università in termini di progetti di partecipazione finalizzati a coinvolgere la città nella rigenerazione del Pionta.
Solo così si puo’ valorizzare nel medio-lungo periodo in tutti i suoi aspetti il Parco più bello e importante della nostra città per renderlo davvero una cittadella del benessere, capace di promuovere in maniera coordinata e sostenibile socialità, salute, qualità ambientale, formazione e cultura.”
“La partecipazione – conclude il Comitato – non è un surplus di cui si può fare a meno: significa idee, proposte, coinvolgimento di competenze di enti, associazioni e cittadini, tutte cose buone e fondamentali per rilanciare e far vivere nel modo giusto e corretto un parco nel cuore della città.
In questi anni tante associazioni e gruppi di cittadini hanno fatto la loro parte nel tenere viva l’attenzione sul Pionta e nel realizzare piccole ma preziose iniziative.
Il Comitato per la rinascita del Pionta le ha sostenute, ha raccolto molte proposte, via via le ha presentate, ha stimolato le istituzioni a mettersi finalmente ad un tavolo.
Ora è il momento di far partire un progetto organico, unitario, partecipato”.