Nelle prime ore del 26 maggio 2022, nelle province di Parma, Arezzo, Grosseto e Roma, militari del Comando Compagnia Carabinieri di Fidenza, con l’ausilio dei Comandi Provinciali competenti per territorio, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari personali e reali nei confronti di 8 soggetti ritenuti responsabili – a vario titolo e in concorso tra loro – di detenzione illecita e vendita di sostanze stupefacenti, riciclaggio e lesioni personali (art. 73 D.P.R. 309/90 – 648 ter e 582-585 c.p.).
Con il provvedimento – emesso dal G.I.P. del Tribunale di Parma su circostanziata richiesta della Procura della Repubblica – è stata disposta la custodia cautelare in carcere nei confronti di tre persone, oltre al divieto di dimora nella provincia di Parma a carico di altrettanti cittadini albanesi, e l’obbligo di dimora in provincia di Arezzo e Grosseto a carico di un trentenne residente a Cortona e di un altro albanese.
Si tratta di coloro che sono sospettati di essere i principali protagonisti di uno strutturato traffico di sostanze stupefacenti esteso in tutta la Provincia di Parma e limitrofe.
Gli indagati, all’epoca dei fatti contestati, risiedevano e operavano principalmente tra Fidenza e Salsomaggiore.
Nel corso dell’indagine, avviata nel 2018, i Carabinieri di Fidenza avevano arrestato in flagranza di reato tre persone per detenzione di cocaina ai fini di spaccio, denunciandone diverse altre a piede libero e sequestrando un considerevole quantitativo di cocaina. Avevano infine identificato e segnalato alle competenti Prefetture un totale di 500 assuntori di stupefacenti.
A ulteriore riscontro delle ipotesi accusatorie, i Carabinieri di Fidenza hanno raccolto elementi utili ad attribuire alla presunta responsabilità degli indagati circa 7.000 cessioni di stupefacenti con un volume d’affari complessivo stimato attorno al milione di euro l’anno.
Il GIP, alla luce dei riscontri investigativi, ha altresì emesso un provvedimento di sequestro preventivo della somma di 400mila euro, in contanti o per beni equivalenti, rinvenuti nella disponibilità degli indagati, anche per interposta persona.
Secondo l’ipotesi di accusa, gli ingenti introiti derivanti dal traffico dello stupefacente sarebbero stati riciclati prevalentemente in Albania con investimenti nel settore immobiliare.
La rilevanza pubblica della vicenda è testimoniata anche dalla circostanza che uno dei tre arrestati è il giovane albanese che, pochi giorni fa, ha subito l’attentato a fuoco sulla pubblica via di Salsomaggiore, venendo attinto da 3 colpi di pistola alle gambe.