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Lettera al nostro Direttore a proposito degli “scienziati”

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Caro Perticai, ho ascoltato e riascoltato l’ormai consueta intervista concordata con la radio locale, durante la quale, a fronte di una domanda alquanto innocua (si chiedeva dello stato di degrado e della messa in sicurezza della gradinata dello Stadio Comunale), che l’editore-intervistatore ha rivelato essere in realtà proveniente da un giornalista e collaboratore della stessa emittente radiofonica, il Podestà di Arezzo ha inaspettatamente bollato quest’ultimo con l’ironico e dispregiativo termine di  “altro  scienziato“.

Parole pesanti, queste, che denotano una condìzione di eccessivo nervosismo dell’inquilino di Palazzo Cavallo, il quale, peraltro, non è nuovo a scatti di ira improvvisi.

Ricorderai certamente, visto che tu ne sei stato personalmente oggetto, quel nervosismo, che accompagnò la risposta del Sindaco alla domanda da te legittimamente postagli durante uno dei giornalieri show televisivi al tempo della pandemia, a proposito della mancata chiusura dei mercati settimanali, ed il tono piccato, con il quale ti invitò “a piantarla con quella polemica, che non faceva bene a nessuno” (n.b.: non faceva bene soprattutto a lui, se solo tu gli avessi replicato, ribadendo che aveva lasciato aperti i mercati, quando ancora disponeva del potere di chiuderli).

Ma, se in quella occasione il nervosismo del Primo Cittadino trova una qualche giustificazione nella particolare situazione del momento, ora non lo è più e c’è di che preoccuparsi per questi episodi di ostilità ed aggressività da parte delle persone preposte alla guida della Città, perché sono i sintomi di un malessere interiore.

Un’ultima annotazione la merita l’editore-intervistatore dell’emittente radiofonica in questione, il quale non ha sentito il dovere di difendere il proprio collaboratore di frontealle parole offensive del Podestà, ma, si sa, come disse il Manzoni nel cap. XXV de I Promessi sposi, “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.

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Etrusco
Etrusco
Aretino doc, la mia grande aspirazione era quella di diventare giornalista ed invece ho fatto per più di 40 anni tutt'altra professione. In gioventù' ho scritto articoli per giornali umoristici universitari del tipo La Bombarda ed Il Pungiglione ed, in seguito, dopo la laurea, sono stato nello staff di televisioni e radio private aretine. Sono da sempre appassionato di sport, che ho praticato sia a livello semiprofessionistico, sia dilettantistico. Sono un innamorato della Giostra del Saracino, nella quale per alcuni anni ho avuto un certo ruolo. A chi mi dice che ho un brutto carattere, perché troppo polemico, rispondo come diceva il Presidente Pertini che " soltanto chi ha carattere, ha un brutto carattere ". Ho fatto tante cose in vita mia e spero che questa non sia l'ultima.=
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