Sindacato se ci sei batti un colpo

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Ci ho pensato tanto prima di scrivere questo pezzo.
Poi mi sono detta che, chi ha la possibilità di farsi leggere e, quindi, di informare e accendere una discussione ha, oggi più che mai, il dovere di denunciare la macelleria sociale perché, al momento, non trovo altro per descrivere quanto sta capitando a decine e decine di persone, uomini e donne, che qui nella nostra provincia sono lavoratori precari nella scuola.

La società tutta si dovrebbe indignare del comportamento di questo datore di lavoro, lo Stato.
Quello Stato che non ha per questi cittadini nessun rispetto visto che gli nega diritti e li sottopone, ogni anno di questi tempi, ad una spietata lotteria, dall’esito della quale, dipende la sopravvivenza loro e di tante famiglie.

Un dramma che si sta consumando nell’indifferenza generale se non fosse per quei social, tanto denigrati, che contribuiscono a denunciare e a raccogliere lo sfogo di tanti di loro.

Sappiamo che lunedì, dopo una serie di rimandi per errori di punteggio nelle graduatorie, nel cuore della notte, è arrivato dal MI ossia dal Ministero dell’Istruzione una mail con la quale si comunicava al docente precario l’assegnazione di un incarico a tempo determinato. Il giorno dopo l’USP provinciale pubblica nella home page del proprio sito il bollettino supplenze ed il relativo decreto, ma non la graduatoria aggiornata a seguito dei tanti ricorsi presentati ai primi di agosto.

Insomma, chi ha avuto la “fortuna” di ricevere la mail, deve accettare a scatola chiusa!
Un atto che lede le elementari regole di democrazia.
Le graduatorie sono pubbliche ed il lavoratore ha il diritto di consultarle e di fare ricorso laddove dovesse ravvisa inesattezze.
Ma, a quanto pare, i precari della scuola aretina non hanno questo diritto forse perché considerati lavoratori di serie Z.
Se questa non è macelleria sociale dite voi cosa è?

Una riflessione poi meritano i Sindacati di riferimento che, a quanto ci dicono, non danno supportano: assenti quando si è trattato di compilare le domande come assenti oggi. Comunicano per WhatsApp, qualche volta per mail e rimandano tutto ai tutorial.
Eppure la quota mensile la ricevono e, se non sei iscritto non ti danno, neppure per cortesia, nessuna informazione!
Forse, come ha dichiarato il dirigente Curtolo ad un giornale locale online, era meglio rivolgersi ad un patronato!
Ora che i patronati compilano agli insegnanti le scelte delle sedi ci sembra cosa strana!
Ma tutto può essere!

Poi, in questa vicenda, va segnalata l’unica voce, ma stonata che abbiamo udito in questi giorni ed è quella del candidato PD.
Stonata perché siamo in campagna elettorale e se davvero ha a cuore le sorte di questi lavoratori aveva mesi e anni prima tutto il tempo e modi per fare forse qualcosa.

Mala tempora currunt…!

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