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lunedì, Maggio 5, 2025
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Fontana fa le nozze con i fichi secchi

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Abbiamo davanti agli occhi la locandina recentemente diffusa dalla Diocesi per annunciare il programma dell’Inizio del ministero pastorale del nuovo vescovo Andrea Migliavacca; un manifesto è fatto per comunicare avvenimenti e notizie e quindi suscita impressioni in chi lo guarda e legge: legittimamente comunichiamo le nostre.

Innanzitutto, complimenti per la grafica!
Non occorre essere un grande esperto di colore come Giorgio Vasari per sapere che se scrivi giallo su verde poi non si vede bene; il tipo di carattere impiegato è ordinario/bruttarello (considerata l’occasione speciale, il ricorso alla professionalità di un tipografo sarebbe stata opportuna, invece in Curia hanno scelto il solito lavoretto casalingo in formato word, cioè il “fare le nozze coi fichi secchi” – come dicevano i nostri vecchi – forse perché i pochi denari sono già spesi in nuove dimore per vescovi e preti in pensione); inoltre, i cortonesi e i biturgensi saranno lusingati del fatto che nonostante il nome ufficiale della Diocesi sia Arezzo – Cortona – Sansepolcro, sul manifesto campeggi solo ed esclusivamente l’immagine della Cattedrale aretina; infine, non ce ne voglia il nuovo vescovo – al quale va comunque la nostra previa simpatia – se scriviamo che quando ride somiglia abbastanza a Giggino Di Maio e quindi sul manifesto in questione avremmo visto meglio una sua foto in posa sorridente ma più adatta alla ufficialità dell’avvenimento annunciato.

Insomma: se “il mezzo è il messaggio” (come diceva uno che di comunicazione se ne intendeva, cioè Marshall McLuhan), ai nostri occhi la locandina curiale non rende un buon servizio alla Chiesa ufficiale nemmeno dal punto di vista della grafica.

Ora due parole sul contenuto, cioè sul programma annunciato per il 27 novembre 2022.

Apprendiamo che in sole 2 ore il nuovo vescovo incontrerà nell’ordine: i ragazzi dell’Istituto “Medaglia miracolosa” e gli alunni della Scuola delle Suore di Santa Marta a Viciomaggio; quindi gli ospiti dell’Istituto di Agazzi, la comunità dei Padri Passionisti e il personale; infine i detenuti della Casa Circondariale di Arezzo (il personale quella Domenica sarà in ferie?)

Niente da dire sul fatto che il nuovo vescovo al suo arrivo voglia andare nei luoghi della “fragilità” (come adesso usa dire in ecclesiasticalese), però compresi gli spostamenti, quanto monsignor Migliavacca veramente riuscirà a trattenersi in ognuno di tali luoghi e in così poco tempo che tipo di “incontro” riuscirà ad avere con le persone che vi troverà?
Le parole hanno ancora un senso?
Non era meglio scrivere “saluto”?

Aggiungiamo che non siamo pratici di carceri, ma fra arrivo (ore 12) e orario del successivo impegno (ore 12. 30 a Saione) “la domanda sorge spontanea” (come diceva il povero Antonio Lubrano): una mezz’ora scarsa sarà sufficiente per almeno aprire e chiudere porte e portoni? E quindi, anche in tal caso, quale “incontro” sarà possibile?

Dal Colle di San Pietro potrebbero rispondere che gli orari sono puramente indicativi e quindi poi le cose si svolgeranno con le tempistiche adeguate, ma allora perché mettere giallo/nero su verde simili ridicolaggini?
Nella testa di chi legge sorge per lo meno il sospetto che i luoghi della “fragilità” interessino solo come sfondo e passerella per una semplice operazione d’immagine, una strumentalizzazione bella e buona … Perché se un vescovo vuole davvero “incontrare” le persone in situazione di “fragilità” può evitare di concentrare il tutto in 2 misere ore (spostamenti compresi) e visitarle con tempi adeguati nei giorni seguenti.

Il nuovo vescovo proveniente da San Miniato ha fama di avere un grande “feeling” con i giovani (bene!) e quindi un incontro con loro il 27 novembre prossimo non poteva certo mancare; ma anche qui la comunicazione fa acqua da tutte le parti: alle 14. 30 sono infatti previsti in quel di Saione la “Giornata diocesana dei Giovani” e il pranzo al sacco; a parte l’orario tardo per il pasto (ma i partecipanti sono giovani e poi ovvieranno ai languori di stomaco con una robusta colazione mattutina), leggiamo che alle ore 15. 30 Migliavacca e i giovani si saranno già trasferiti a piedi nella Basilica di San Francesco per la preghiera: una Giornata diocesana che dura meno di 1 ora?
Un pranzo al sacco trangugiato più che condiviso?
Anche qui non era il caso di denominare meglio e altrimenti?

Alla fine, dopo la sosta a Palazzo Cavallo per il saluto alle Autorità istituzionali, alle 17. 30 in Cattedrale è prevista una “Celebrazione … per l’avvio del Ministero del nuovo Vescovo”: cosa sarà mai?
Un rosario o una Via Crucis dette a passo di corsa?
Scrivere “Santa Messa” o “Celebrazione eucaristica” era così disdicevole?

Alla fine della girata ci pare che dalla locandina curiale in esame emerga ancora una volta un dato allarmante: Migliavacca ha fama di esperto comunicatore “social”, ma anche stavolta si è lasciato mal consigliare dal Fontana e dal suo “entourage”; non ha ancora capito che gli aretini – praticanti e non – si attendono da lui e anche nel suo interesse discontinuità rispetto al regime passato (ma che non vuol passare)?

Leggi anche: Carissimi: io so Riccardo e voi non siete un cazzo

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