I centri di aggregazione sociale perno di una nuova forma di decentramento: la proposta del gruppo consiliare “Arezzo 2020 per cambiare a sinistra”
Proposta di delibera di iniziativa consiliare del gruppo “Arezzo 2020 per cambiare a sinistra” per incentivare la partecipazione dei cittadini a partire da un nuovo ruolo dei centri di aggregazione sociale. L’incontro è stato l’occasione per commentare l’operato della giunta Ghinelli.
“La presente proposta – ha sottolineato il capogruppo Francesco Romizi, affiancato dai componenti del direttivo dell’associazione Roberto Barone, Giuseppe Cirenei, Franco Dringoli, Sara Nocciolini, Anna Pagano e Fabrizio Trippi – punta a valorizzare il ruolo dei centri di aggregazione sociale non solo dal punto di vista aggregativo ma anche come strumenti di una nuova partecipazione dei cittadini alle vicende amministrative.
Vari Comuni capoluogo hanno attivato forme di decentramento e partecipazione dopo la fine delle circoscrizioni.
Ad Arezzo esiste già un’ossatura organizzativa rappresentata dai centri di aggregazione sociale, con le loro strutture e i loro organismi previsti dallo statuto e dal regolamento comunale, con una copertura territoriale che investe praticamente tutti i quartieri cittadini e le frazioni contermini.
Quindi Arezzo 2020 propone di partire da queste strutture e allargare la loro funzione pensandoli come spazi per organizzare in forma strutturale e continuativa iniziative consultive o propositive su questioni rilevanti o sugli obiettivi di governo.
In questo modo i Cas potranno allargare la loro capacità aggregativa a un maggior numero di cittadini e alle associazioni dell’area territoriale di riferimento.
Il Comune dovrebbe impegnarsi, da un lato, a indicare in un documento annuale le iniziative che, di massima, vedrebbero coinvolti i Cas: eventi culturali, formativi, informativi, campagne civiche e ambientali.
Dall’altro lato deve impegnarsi a realizzare consultazioni su bilancio, piani urbanistici, lavori pubblici, politiche sociali.
Perché questo strumento abbia una sua efficacia, non può essere lasciato a meccanismi spontanei che si attivano di volta in volta ma rivedere il regolamento dei centri di aggregazione sociale.
Ecco perché occorre un atto formale del Consiglio Comunale che stabilisca una prassi istituzionale certa e cogente che dia linfa a questo ruolo innovativo.
Potrebbe inoltre essere previsto un coordinamento dei presidenti dei Cas, con un presidente eletto al loro interno, che si riunisca periodicamente con la presenza di rappresentanti dell’amministrazione”.
Dopo l’illustrazione della proposta, il giudizio sul sindaco Ghinelli e sui suoi assessori: “in fondo alla ‘pagella’ non c’è il rimando a settembre in alcune materie ma solo una bocciatura.
Leggendo quello che è stato detto nella conferenza stampa di fine anno, registriamo il ripetersi di annunci su questioni ancora non risolte.
Dall’ex area Lebole a via Fiorentina, dalla caserma della PM di via Fabio Filzi alla sicurezza specialmente in alcuni quartieri, abbiamo un’amministrazione inchiodata.
Assistiamo a una giunta da basso impero, spiazzata su ogni tematica e che si aggrappa su un evento annuale, limitato nel tempo, la Città del Natale.
Per quando sia lodevole l’afflusso turistico, non possiamo pensare che lo sviluppo di una città di 100.000 abitanti sia legato a una dinamica tipica di Cortona o Pienza, senza creare una visione e una strategia per il settore manifatturiero, che dovrebbe restare trainante. Siamo una forza politica che si candida nel centrosinistra a costruire un’alternativa vincente che dovrà superare i danni e l’immobilismo”.
Una netta maggioranza di cittadini di Arezzo aventi diritto di voto scelse l’attuale maggioranza di governo che è la sola ad essere legittimata per 5 anni a governare la città.
Il mandato politico è chiaro ed inequivocabile ed espressione della libertà in altri tempi non remotissimi negata.
Usanza molto italica è quella di spingere per fare cadere i governi allorquando non sono graditi ad una od un’altra parte politica, ma è spesso – se non sempre – il pres. della Repubblica, questo come i precedenti, a renderci palese come ogni Governo debba fino all’ultimo cercare di arrivare a fine mandato, proprio in segno di sacro rispetto verso il voto e ciò che rappresenta.
Effettivamente non sono visibili i segnali di un vero malgoverno, di una latente o palese crisi della maggioranza.
Con queste premesse, è tutta campagna elettorale tremendamente fuori luogo, o meglio fuori tempo.
Che se ne parli in campagna elettorale e se così sarà, non avremo più il centro destra al governo cittadino.
Sinceramente, ma è questa l’opinabilissima voce di un cittadino ed elettore, con le giunte Ghinelli e il suo antico predecessore Ing. L. Lucherini (persona stupenda, fine, colta e saggia che purtroppo ci ha lasciato), sono con loro sono riuscito a vedere un’azione di governo per i cittadini, con meno assistenzialismo, un vero ed illuminato “buongoverno”, che non ha paura di sporcarsi per far le cose, che non teme le critiche e magari di sbagliare per fare le cose; al contrario un certo malcelato immobilismo di tante altre giunte… beh, se non si fanno le cose non ci si sporca, non si sbaglia e non si viene criticati.
Percorrendo le strade selciate del centro storico di Arezzo, è impossibile non constatare il vasto stato di degrado della pavimentazione.
La causa di fondo è il traffico veicolare e la inadeguata ZTL, speculari a un’assenza di manutenzione più che ventennale: effetti di un più che ventennale malgoverno.
Iersera, a lume di torcia, scrivendo il mio commento qui di sopra posto, ho commesso due o tre errori di grammatica. Correggo, in estrema sintesi: è effetto di un malgoverno più che ventennale il derelitto stato in cui versa il selciato di tante strade del centro storico.