Creano ad arte le polemiche sul 25 aprile e poi accusano la sinistra di aver monopolizzato quella data.
Esponenti di questo governo di destra fanno di tutto per buttarla in “caciara”, quella a loro più congeniale, con mezze frasi, insinuazioni tipiche di un regime già visto e sconfitto.
Se un uomo delle istituzioni non crede nei valori della Resistenza, della Costituzione e della Repubblica, per coerenza dovrebbe dimettersi.
Altrimenti dimostra di essere lì solo per dei privilegi e per uno stipendio.
Ignazio La Russa: «Nella Costituzione non c’è alcun riferimento alla parola antifascismo».
Costituzione Italiana, disposizioni transitorie e finali:
XII: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista.
In deroga all’articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio dall’entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista”.
La Costituzione Italiana non ha bisogno di menzionare la parola antifascismo. La Costituzione Italiana è l’antifascismo.
Chi ha vissuto quel periodo ci racconta di un vissuto fatto di paura, di delazioni, di violenza.
I fascisti del terzo millennio che ci costringono, nel 2023, a parlare ancora di fascismo, non sono solo fuori dalla storia ma anche da qualsiasi società democratica.
Quindi, prima di chiedere se il 25 aprile avrà mai una pacificazione nazionale, guardatevi dentro la vostra coscienza, senza essere troppo paraculi.
“L’Ur-Fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti.
Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme -ogni giorno, in ogni parte del mondo-.”
(Umberto Eco)