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martedì, Aprile 29, 2025
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Commento sul raduno Vespa Club e non solo…

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Che si sia messo il parco pubblico storico della citta’ a disposizione di un simile raduno a me sembra un’enormità”, mentre non c’e’ in tutta la citta’ una voce di dissenso che sia una, non un partito d’opposizione, un’associazione, un qualsiasi media o giornalista.

Arezzo ormai e’ l’Unione Sovietica della Confcommercio, tutto deve essere al servizio del business, di un turismo che e’ promosso ormai come piu’ distruttivo della cementificazione su cui si e’ campati per decenni.

Capisco e apprezzo chi ama la Vespa.

Detesto chi, organizzatore o amministratore, trova normale e figo invadere un parco pubblico con centinaia di motori a due tempi fumiganti e claksonanti, persino sull erba malamente confinata.
E’ qualcosa di profondamente incivile.

Al Prato ormai ho visto di tutto, persino trattori grandi come case messi in esposizione dalle fiere agricole.
Per non parlare dell’ obbrobrio natalizio ormai plurirecidivo e senza condizionale x noi.

L’ormai consolidato uso di una larga fascia prospiciente la strada come parcheggio abusivo ha dimostrato x anni che un limite non c’ e’, per cui tutto si puo’ fare.

Arezzo, con la sua Piazza Grande ormai in larga parte proprieta’ privata degli” esercenti”, col Prato in balia di ogni iniziativa barbarica, con una Soprintendenza inesistente e praticamente chiusa, si dimostra citta’ da terzo mondo dove invece chi ha il potere si gonfia orgoglioso come una rana e gracida sui suoi successi.

Intorno il deserto, i cittadini sono consenzienti a questi scempi perche’ rincoglioniti dalla propaganda o chiusi nel loro bozzolo sapendo che manifestare un disagio sarebbe inutile.

Noi ultimi mohicani del centro storico, i cui vicini di casa sono ormai piu’ che altro i bed and breakfast, possiamo solo sperare che i visi pallidi non ci prendano a fucilate, oppure a autopercularci pensando”.

Addaveni’ Baffone!…”

Domenico Ciabattini

4 Commenti

  1. Siamo definitivamente entrati , ma fortunatamente in gran ritardo , nel circuito “turistico” e non sappiamo come si evolverà o per quanto durerà .
    Le previsioni sono impossibili perché dipendono oramai dalle tendenze globali .
    Non meraviglia perciò che le parti politiche o commerciali antepongano , da che mondo e’ mondo , i loro interessi a quelli delle comunità che le ospitano , in parchi e parcheggi inclusi.
    Sono le stesse comunità che , con il loro voto , legittimano da oltre venti anni questi modi di governo cittadino . Cambiano i suonatori ….
    Questa città vive una realtà ripetuta simile ovunque , sono affollati anche i deserti.
    E’ un fenomeno contemporaneo come lo furono ai loro tempi le invasioni barbariche o Napoleone.
    Che fare ? Chi votare ? Ad oggi non l’ho indovinato ancora e nel tempo ho pagato in silenzio qualche multa di sosta vietata in più perché sono rari i posti liberi .
    Beato chi ha un posticino di potere con tutti i relativi privilegi , non ultimo , proprio la sosta anche su quella striscia di terra del Prato ,
    l’ultima speranza del residente dopo il tramonto. Ci sono auto e permessi che proteggono dalla multa di ben 89 euro che viene applicata su quel lato del Prato.
    Incolpo la mia pigrizia anche per non voler lasciare l’auto al Cimitero , e pago pegno per non affezionarmi troppo a quel Eterno Parcheggio.
    Ma cari amici vicini e lontani perché disperarci , siamo o non siamo il fortunato ed invidiato Popolo della ZTL ?

  2. E’ incredibile la perseverante assenza della soprintendenza.
    E non dimenticate il Mengo: “Diciotto edizioni il segno di un festival che diventa sempre più importante e popolare – ha detto Ghinelli– ecco perché quella 2022 sarà l’ultima al Prato, il parco infatti sarà ristrutturato e ciò non lo rende più compatibile con questo evento.
    Il Mengo è partito da un fazzoletto di terra a Tortaia ed è andato sempre migliorando, sarà così anche nei prossimi anni, per cui troveremo una sede diversa”.
    Booooooooommmmm

  3. In un futuro che potrebbe essere molto vicino, la civiltà artistica della terra aretina diventerà dogma di fede anche politica. Affermatasi tale civiltà, il parco del “Prato” conoscerà finalmente una stagione di restauri, una sua ben definita conservazione e quindi la sua valorizzazione.
    Ecco che allora si provvederà a reperire i fondi necessari chiedendone in parte a chi – prima – ne abbia sfruttato terreno e spazi, indubbiamente realizzandoci anche un certo vantaggio pecuniario.
    Pochi dubbi sul fatto che tali richieste saranno esaudite, per quello che quindi si prospetta un ottimo futuro.
    Viva!

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