La memoria corta è una condizione che affligge sempre più individui di ogni ceto sociale compreso il variegato mondo degli amministratori.
Ora si ricorderà, almeno lo spero, che nella piccola, ma effervescente città di Arezzo agli inizi degli anni Ottanta crebbe un festival che, con gli anni diventò un vero e proprio evento internazionale: Arezzo Wave, dagli angusti spazi (allora!) della Fortezza Medicea e del Prato, traslocò dapprima nella zona di via Arno e poi, per il resto degli anni che gli permisero di allietare le estati aretine, nella zona dello Stadio Città di Arezzo.
Già allora la “questione rumori” infastidì non poco la silente popolazione aretina tanto che, sul finire degli anni Novanta del secolo scorso, montarono come panna le richieste di spostare la manifestazione alle cave di Quarata.
Anche molti amministratori si dichiararono favorevoli al trasloco; trasloco che non avvenne perché il patron spostò altrove l’evento e così lo perdemmo definitivamente.
Ora questa breve storia per rammentare che, all’ombra di quella esperienza germogliò un piccolo seme: era quello del Mengo festival.
Nato in periferia dove, anno dopo anno, è riuscito a ritagliarsi spazio e consensi. Certamente, non avendo nel DNA il diritto di primogenitura è semplicemente una replica e tale va considerata, ma oltre a ciò, purtroppo, possiede anche altri limiti soprattutto in questa edizione.
Una su tutti “la spocchia del Mengo”.
Ora da che mondo è mondo ogni evento, piccolo o grande che sia, per crescere ha necessità di promozione; non solo a pagamento, ma anche di recensioni che poi non sono altro che articoli e servizi redatti da testate locali e nazionali.
Perché ciò accada l’organizzatore invita gli operatori della stampa, organizza conferenze, manda comunicati, produce materiale e, soprattutto, accredita per l’intero festival le testate cioè invita ad assistere alle varie performance.
Il Mengo NO.
Il Mengo festival, piccola replica come abbiamo avuto modo di spiegare, affetto dalla “spocchia del Mengo” trincerandosi dietro un fantomatico management artistico NEGA agli operatori della comunicazione, testate regolarmente registrate, l’accredito alla manifestazione e di conseguenza nega il diritto di cronaca.
Gravissimo!
Gravissimo perché tale replica di festival non solo da gratis e passato a farsi pagare profumatamente il biglietto, (fino a oltre 44 euro) ma sfoggia il patrocinio, il contributo e la collaborazione dell’assessorato allo sport e alle politiche giovanili del comune di Arezzo nonché la collaborazione ed il sostegno della Fondazione Arezzo intour, della Fondazione Guido Monaco e la collaborazione di Discover Arezzo oltre al patrocinio della Regione Toscana ed al contributo del Consiglio della Regione Toscana.
Alla faccia del bicarbonato di sodio!, avrebbe detto il Principe.
Alla faccia dei poveri boccaloni aretini, diciamo noi, visto che i nostri soldini sono serviti a finanziare questa replica la quale si arroga la “spocchia del Mengo” di negare il diritto di cronaca tramite un NIET di un fantomatico management artistico!
Ai tempi sopra citati non esisteva in Citta’ la Movida o l’Enogastronomia turistica di massa , vivevamo in modo “provinciale” .
Il centro storico alto era deserto e inappetibile per qualunque scommessa imprenditoriale, Fiera Antiquaria esclusa.
Arezzo Wave porto’ una scossa con una potenza pari a quella di un improvviso Rave che si manifesta dal nulla in un paesino di campagna, inizialmente gestito dagli organizzatori al meglio ma poi attaccato dalla politica e rimosso gradualmente fino alla scomparsa., non era politicamente rilevante per i vari obbiettivi amministrativi.
Se fosse possibile oggi verificarne il disturbo che arrecava , probabilmente sarebbe percepito meno invasivo di una Sagra.
La musica va benone sempre come il cibo e gli spazi sociali dove vivere lietamente , pero’ una cosa non si capisce dalle scelte via via fatte :
perché anche gli animali apprendono che le formine a triangolo vanno nel vuoto a forma di triangolo , quelle quadrate nel quadrato etc…
Perche’ ,invece ,gli organizzatori di eventi ed i nostri amministatori no ?