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Acido urico e patrimonio genetico

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Sto osservando nella mia attività professionale di nutrizione clinica un aumento di persone interessate a livelli alti di uricemia: parametro che esprime la quantità di acido urico presente nel sangue. Il dosaggio di uricemia nel sangue, si effettua a digiuno da almeno 8 – 10 ore.

I valori normali oscillano da 4 a 7 mg/100 ml.
Superati i 9 mg il rischio gotta diventa elevato e si procede con la somministrazione di farmaci specifici.
L’organo deputato alla sua rimozione dal sangue è il rene, che ogni giorno ne elimina circa 450 mg con le urine.
In condizioni di pH acido (inferiore al valore 5) dell’urina si può avere la formazione di calcolosi renale, urinaria.
Un eccesso di acido urico nel sangue e nei tessuti genera patologie degenerative progressive.

L’accumulo di abbondanti quantità di acido urico può dar luogo a noduli di varia grandezza, chiamati “tofi”, con deformazione della parte colpita.
Le sedi più interessate sono le articolazioni delle mani e del piede, i tendini ed il lobo dell’orecchio.
Fino alla gotta con i suoi classici segni e sintomi clinici.

A chi pratica attività sportiva consiglio la massima attenzione verso il valore del suo acido urico perché si deposita nei tendini, articolazioni, ossa, creando dolore diffuso, infortuni cronici di difficile soluzione e riduzione delle prestazioni atletiche.
Per guarire occorre conoscere la causa della iperuricemia perché è coinvolto il patrimonio genetico e si sta perdendo massa magra muscolare.

Un valore elevato di acido urico nel sangue, per lo più endogeno, esprime che il patrimonio genico (DNA e RNA) può essere compromesso, alterato.
E’ un segno che le cellule e l’intero organismo invia alla nostra attenzione.
Significa che stiamo perdendo massa magra muscolare.
Si stanno perdendo cellule!
La massa cellulare corporea si sta riducendo.
E’ un segno di decadenza funzionale ed estetica.
Da fermare con decisione e non solo prendendo un farmaco.

ACIDO URICO e CIBO
L’acido urico (C5H4N4O3) è un prodotto di scarto del metabolismo cellulare.
Si forma dalle purine, molecole che derivano dalla degradazione degli acidi nucleici (DNA e RNA) oppure possono essere introdotti con gli alimenti.

Devo essere chiaro!
L’aumento dell’acido urico nel sangue è per il 90 % endogeno e solo per il 10% è dato dagli alimenti.
Quindi la alimentazione svolge un ruolo limitato nel controllo dell’acido urico.
Comunque riporto scheda con alimenti ad elevato contenuto in purine da evitare/ridurre nella alimentazione giornaliera (da 150 ad 800 mg/100 g): alici, sardine, aringa, sgombri, cozze, salmone, animelle, fegato, rognone, cervello, estratto di carne, selvaggina // alimenti a medio contenuto di purine (da 50 ad 150 mg/100 g): carni, pollame, pesce (tranne quello con alto contenuto di purine), ostriche, gamberi, crostacei, salumi e insaccati in genere.

A chi valori elevati di acido urico consiglio di astenersi dall’alcool.

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Dott. Pierluigi Rossi
Dott. Pierluigi Rossi
Laureato in Medicina Chirurgia è Specialista in Scienza della Alimentazione, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva. E’ stato Primario presso la ASL di Arezzo, Servizio Sanitario della Toscana, per 22 anni, Direttore della U.O. Direzione Sanitaria della stessa ASL, dove ha creato e diretto Ambulatorio di Nutrizione Clinica. Docente dal 1995 al 2009 di Scienza della Alimentazione presso la Università degli Studi di Siena. Docente (a.c.) presso la Università degli Studi di Bologna. E’ autore di un considerevole numero di ricerche scientifiche pubblicate in riviste italiane ed internazionali. Autore di libri. Ha fondato la Scuola di Alimentazione Consapevole, dirige e insegna in Master e Corsi di Nutrizione Clinica a medici, biologi, farmacisti e personale sanitario in molte città italiane e all’estero. Ha elaborato il Metodo Molecolare (Dieta Molecolare) che supera il calcolo giornaliero delle Calorie, considerato un artefatto scientifico perché il corpo umano utilizza per il suo lavoro metabolico solo energia chimica (ATP) e non certo il calore.
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