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martedì, Aprile 22, 2025
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Allarme forfettari: Massimo Gervasi rivela l’inganno

Ce ne parla Massimo Gervasi dell'Associazione delle Partite Iva APIT ITALIA, che ha presentato un interpello all'Agenzia delle Entrate.

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Qualche settimana fa centinaia di migliaia di forfettari hanno ricevuto dall’AdE una lettera, cosiddetta Compliance; praticamente un’avviso di richiesta di collaborazione ma che, secondo Gervasi, di collaborativo e bonario ha ben poco.
All’interno di queste compliance si informava che i dati relativi al 2021 dei forfettari, relativi al Quadro RS, erano carenti e necessitavano di regolarizzazione.
Per Gervasi chi ha aderito al Regime Forfettario è stato ingannato.

Facciamo un passo indietro.
“Il Regime Forfettario ha convinto moltissime realtà e soggetti che operavano nell’ombra. Da una parte concede una serie di agevolazioni, tra queste: la minore tassazione, l’esclusione di alcuni adempimenti come la tenuta della contabilità e un’imposta forfettaria soltanto sulle fatture emesse.
A dire dell’ AdE il Forfettario non avrebbe necessitato neanche del supporto di un commercialista.
Queste motivazioni hanno incoraggiato moltissimi contribuenti ad accedere a tale Regime creando tantissima autoccupazione.
In tutto ciò, il Forfettario deve comunque fare delle rinunce: I COSTI NON SONO DEDUCIBILI e per questo l’idea di investire nella propria attività è poco incoraggiante.

Da qui parte l’inganno.
Con questa prevista convinzione, che i costi non erano deducibili, tutti i forfettari non hanno portato ai loro commercialisti nessun tipo di documento, per questa ragione il Quadro RS è risultato praticamente vuoto.
Precisiamo che sono dati che non incidono nella determinazione delle imposte da parte dell’amministrazione finanziaria perché è un’imposta forfettaria sugli incassi.
Oggi invece l’AdE segnala che nel 2021 i quadri dei costi non sono stati compilati e pretendono una dichiarazione integrativa; al momento, l’obbligo è stato prorogato, fino al novembre 2024.”

-continua Gervasi-
“È chiaro che al contrario di quanto enunciato, il Forfettario, adesso, è chiamato a tenere una contabilità; dati che anche se non registrati vanno comunque conservati.”
Gervasi reduce da un incontro a Roma riporta di seguito le motivazioni dell’AdE: “questi dati servono, in funzione del concordato preventivo biennale, per consentire la proposta al forfettario. Dati necessari per avere un quadro completo nel momento in cui la legge 111/2023, cioè la Legge delega per la Riforma Fiscale, troverà attuazione per il concordato preventivo.”

-continua Gervasi-
“Attenzione, si deduce quindi, che il concordato preventivo per i Forfettari sarà influenzato da questi elementi di costo; tutto il contrario di quanto era previsto per chi aderiva a questo Regime.
La cosa grave è che molti o quasi tutti i Contribuenti fino ad oggi non chiedevano neanche la giustificazione dei costi sostenuti perché tanto non servivano; peggio ancora erano spesso spese promiscue a quelle familiari e personali, e quindi non eterogenee.
Sarebbe stato più logico se l’amministrazione finanziaria avesse chiesto una media o un criterio basato sui ricavi o compensi che sono l’unico elemento da cui discenne il reddito in ragione del coefficiente di redditività.”

“Unico lato positivo: non sono previste sanzioni, per il momento e per il 2021, ma già per l’anno 2022 i dati del Quadro RS dovranno essere completi.”

-conclude Gervasi-
Certo suona strano che l’AdE non abbia scelto la strada del digitale, dell’IA e dell’autocontrollo per tramite il cassetto fiscale, per poi procedere agli accertamenti; ha preferito invece mettere in subbuglio tutti i forfettari d’italia ed i rispettivi commercialisti.”

“Questa è la realtà del Fisco italiano: vive alla giornata, non ha una visione futura programmata e soprattutto mette in serie difficoltà contribuente e professionista, scaricandone poi le colpe; una politica fiscale di irresponsabili a discapito dei contribuenti. Attenzione la lettera di compliance non è una cosa banale poiché può dar vita a futuri avvisi di accertamento e atti di contestazione con conseguenze onerose.

Una vera TRAPPOLA IN ALTO MARE, da cui poi è difficile tornare indietro.”

3 Commenti

  1. Un inganno basato sulla buona fede della controparte, che in questo caso è debole per definizione. Il progetto, temo, è cancellare tutta la piccola e media impresa da quel che resta del panorama economico italiano.

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