Con enorme sprezzo del pericolo e dopo una bufera di acqua e di vento, ci siamo avventurati nel bunker della Casa delle Energie dove si era asserragliato il generale Vannacci per istruire le sue truppe.
Così la stampa locale aveva rappresentato la serata.
Ci aspettavamo tribù di Watussi che volevano accarezzare il generale, come lui racconta facesse da ragazzo negli autobus, per scoprire la rugosità della pelle dei neri.
Sarà stato il tempaccio ma non c’erano nemmeno schiere di lgtbq (per chiarezza: lesbiche gay bisessuali transgender e queer) che pure sembrano apprezzare la pelle bianco latte del generale, senza una ruga, un po’ come un adolescente mai cresciuto (avete notato la somiglianza con Fabrizio Corona?).
In realtà, la sala piena tradiva più la curiosità che non il tifo.
Il generale, oramai scafato, è stato attentissimo a non strafare dicendo subito: non sono un pericoloso sovversivo, anzi apprezzo il dibattito ed il dubbio.
Aggiunge poi che per la sua difesa del nostro patrimonio culturale, del nostro sangue, delle nostre tradizioni non è stato mai querelato, facendo anzi l’elogio alla Egonu che non se l’è presa più di tanto per certe sue affermazioni.
Il pubblico, che si aspettava cose forti, comincia a rumoreggiare.
Dopo un’altra sviolinata sul significato di democrazia il generale si riprende sulla dittatura delle minoranze che vorrebbero prevaricare, dall’insegnamento gender alle famiglie arcobaleno ed aggiunge: stiamo dando loro troppo spazio.
Sputtanando così tutto quello che aveva detto prima sulla democrazia.
Quindi libertà di espressione per lui ed i suoi accoliti ma non per le minoranze.
Dopo un pippone sulle società multietniche, provocato dal direttore della Casa delle Energie, il generale si allarga troppo e sprofonda in un inutile discorso sull’inquinamento e sugli effetti collaterali del progresso.
L’anziano accanto a me si è addormentato, dietro anche persone che prima applaudivano dicono forte:
- Che cosa avrebbe detto? – Niente – risponde il compagno.
Forse questa rappresentazione del buon samaritano non entusiasma la platea.
Del resto il suo risultato lui l’ha già conseguito affermando orgoglioso che il suo libro ha venduto 207.000 copie in due mesi mentre in giro per l’Italia ce ne sono altre 800.000.
Ma la minaccia più tremenda la dice “en passant” quando annuncia la possibilità di un secondo libro.
Sbagliano i detrattori del generale a dire che non dovrebbe parlare, fanno solo il suo gioco.
Fatelo parlare, invece, e vedrete che si spegnerà da solo.
“Bisogna piantare molti soldati
per far crescere un tenente.
Bisogna piantare molti tenenti
per far crescere un generale.
Bisogna piantare molti generali
per far crescere più niente.”
(Gianni Rodari – Il verbo piantare)
Sono venuto a conoscenza, per caso, de L’ORTICA, perché un amico mi ha inviato il pezzo si Vannacci.
Complimenti per l’autore. Apprezzo molto l’ironia garbata e pungente.
Ho scorso poi il giornale ed ho apprezzato lo stile ed i contenuti.
Per simpatia ed incoraggiamento vado a sottoscrivere un abbonamento,.
Franz38