Parliamoci fuori dai denti, quando la società parlò di un ruolo da “mina vagante” nel campionato di C, noi tifosi amaranto ci abbiamo creduto.
Anzi, abbiamo pensato che la società, visti anche i tonfi del passato non troppo remoto, volesse addirittura essere prudente.
Invece a questo punto del campionato possiamo dire che da “mina vagante” siamo passati a “salvezza con dignità” che per carità, non è da disprezzare, ma occorre che ci facciamo tutti una ragione del fatto che il campionato dell’Arezzo sarà quello.
Tre o quattro anni e da una serie C da vertici siamo passati a “una salvezza dignitosa”, ma non è umiliante, visto il percorso che abbiamo dovuto sopportare.
Sì, sopportare, perché quella di Arezzo non è una piazza dove in serie C si può giocare da comprimari. Sopportiamo perché le promesse per il prossimo anno sono diverse; sono quelle di giocare un campionato di vertice.
E allora apprezziamo anche un pareggio a Pesaro, dove per lunghi tratti di partita abbiamo rischiato di perdere.
La verità è che la rosa amaranto conta sei o sette uomini che in categoria hanno dimostrato di poterci stare bene, mentre per il resto è divisa tra chi fatica ad adattarsi al salto dalla D alla C e qualche brocco palese.
Non farò i nomi (soprattutto di questi ultimi…) nemmeno sotto tortura, ma così mi sembra che sia la situazione.
Fare una campagna acquisti praticamente senza soldi porta a una rosa così, ma noi sportivi amaranto siamo fiduciosi che la squadra si salverà e che l’anno prossimo agli uomini di categoria se ne aggiungano altri in grado di fare la differenza.
Che ci volete fare, siamo inguaribili ottimisti…