Una partita giocata con intensità, quella tra Arezzo e Pescara domenica sera, ma anche con tanta confusione in campo, soprattutto durante il secondo tempo, quando la squadra di casa avrebbe meritato di raggiungere un pareggio per via della maggiore pressione (sempre nei secondi 45 minuti).
Non è stato facile digerire la sconfitta per 1-2, ma non è nulla di scandaloso. Nel calcio ci sta. Più che l’assenza del centravanti Gucci, non secondaria, si è dimostrata insopportabile quella di Chiosa, difensore centrale che ha più volte dimostrato di poter portare la difesa amaranto a un rendimento più che sufficiente.
Senza di lui la difesa dell’Arezzo è tornata a essere quella di inizio torneo, in pratica la banda del buco.
Detto questo ho aspettato a scrivere questo pezzo dopo aver digerito la sconfitta e aver visto la finale araba di supercoppa tra Inter e Napoli.
Partita intensa anche quella, avvincente pur nella mancanza di segnature. La vittoria interista è arrivata solo nel finale, con il Napoli ridotto in 10 uomini da mezzora.
Simeone è stato espulso per un’ammonizione che c’era e non c’era, ma che ha messo il Napoli sulla difensiva a oltranza.
Dove sta la similitudine tra le due partite?
Essenzialmente nel fatto che la squadra perdente non avrebbe meritato la sconfitta, perché l’Arezzo è stata confusa, ma superiore al Pescara nel secondo tempo, quando anche fisicamente gli uomini di Indiani sono parsi in condizioni migliori.
Anche il Napoli non avrebbe meritato la sconfitta (ma contemporaneamente l’Inter ha meritato la vittoria…), sia per essere riuscito a pungere in 11 contro 11, sia per aver difeso efficacemente fino al 91esimo minuto contro una impressionante batteria di attaccanti messa in campo da Inzaghi.
Ormai in molti avevano pensato ai rigori, ma si sa, Lautaro Martinez è sempre in agguato e non si arrende mai.
Non posso chiudere questo articolo senza segnalare il dolore per la scomparsa di Gigi Riva, un campione come calciatore e come uomo, uno dei più grandi sportivi italiani di sempre. RIP