
La tragica vicenda di Samuele Landi ha inizio dieci giorni fa, il 2 febbraio, durante un naufragio nelle agitate acque dell’oceano Indiano, con una forza 7 che ha colpito una chiatta su cui si trovava insieme a tre marinai e un’altra persona.
Da quel momento, non si hanno più notizie di lui.

La polizia degli Emirati ha dichiarato di aver trovato una corrispondenza tra le impronte digitali di Landi, lasciate al momento in cui ha ottenuto la cittadinanza, e quelle di uno dei due corpi recuperati.
La conferma definitiva, tuttavia, verrà data dall’esame del DNA, programmato per oggi.
Sulla chiatta affondata erano presenti cinque persone, di cui due sono state salvate, due sono decedute e una è dispersa.
Alle 12.51 del 2 febbraio, il telefono di Landi ha improvvisamente smesso di funzionare, aggiungendo un elemento misterioso alla sua scomparsa.
Samuele Landi, aveva acquistato la testata aretina “Informarezzo” tramite una società controllata, contribuendo con articoli e idee.
Il suo ultimo contributo risale al 26 novembre scorso, in cui spiega il progetto ambizioso di una città “flottante.”
Informarezzo non è più ad Arezzo, ma in estremo oriente.

Landi, già condannato a 8 anni per bancarotta fraudolenta nel 2010, era considerato latitante dalla giustizia italiana e si trovava a bordo di un’unità navale coinvolta nel progetto della città galleggiante.
Quest’ultima avrebbe dovuto essere situata a circa 25 miglia marine dalla terraferma, con l’obiettivo di ospitare fino a 5mila persone in abitazioni galleggianti alimentate ad energia solare, con un basso impatto ambientale e senza tasse e imposte.
Il legame di Landi con Dubai risale al 2010, quando fu colpito dal primo mandato d’arresto per la bancarotta di Eutelia e successivamente si trasferì nella città emiratina.
Durante quegli anni, Landi avviò un’attività per la produzione di telefonini criptati, ma rimase latitante agli occhi della giustizia italiana.

La sua scomparsa getta un’ombra di mistero su un uomo che aveva legato il suo destino a progetti futuristici e controversi, e che prendeva a modello il mondo “dritto” del generale Vannacci.