L’occhio ha sostituito l’orecchio nella relazione tra le persone.
Un cambio epocale nella comunicazione.
Per millenni l’orecchio ha dominato e la parola era il principale mezzo di comunicazione tra uomini e donne.
Oggi è l’immagine.
Il linguaggio visivo è rapido, sempre diverso, multiforme.
E’ il linguaggio televisivo, il linguaggio dei social, del nostro Smartphone.
Siamo ritornati ai geroglifici egiziani, con l’uso delle emoticon: le faccine riprodotte sulla tastiera.
Faccina che sorride, faccina che ride a crepapelle, che piange.
Piccoli cuori, sticker, manine…
Ogni emoticon ha un preciso senso e aiuta ad arricchire i nostri messaggi su whattsapp, via mail o sui social, come Facebook e Instagram, sintetizzando il nostro stato d’animo e dandola qualche informazione in più a chi ci legge.
Il linguaggio visivo con la sua rapidità ha condizionato l’ascolto.
Esempio: quando parliamo con una persona, se questa è lenta nel parlare o si prolunga troppo nel parlare, noi siamo a disagio.
Non riusciamo a sopportarla e talvolta diciamo “stringi”.
Abbiamo perso il tempo dell’ascolto della parola.
Il linguaggio visivo ha preso la dominanza sul linguaggio orale.
Una immagine prolungata su un video, sul televisore “non funziona”.
E’ statica.
Noiosa.
Il linguaggio dell’occhio vuole un tempo rapido di comunicazione.
Una società basata sul linguaggio visivo corre, perde il senso del tempo, corre.
Ma correre fa perdere la calma, il lento passo del vivere.
Nasce in noi la dissociazione tra immagine estetica e corpo biologico.
Si sta perdendo la conoscenza del corpo biologico, del “come” il correre quotidiano agisce sui nostri sistemi corporei.
Abbiamo perso anche il tempo della tavola.
Si mangia in piedi durante la giornata.
Mangiamo con voracità: tutto e subito.
Non abbiamo più il tempo per mangiare e per preparare il cibo.
Immersi nella corsa quotidiana possiamo sbattere contro lo stress.
Corriamo per stare male.
Il vivere veloce ha distrutto la calma, cioè il controllo dei propri nervi.
Come scriveva Italo Svevo su La Coscienza di Zeno:
“Quella calma era la vera scienza della vita”.
La perdita progressiva del controllo dei propri nervi genera stress.
Lo stato psichico agisce sul sistema biologico corporeo. L’intestino e’ uno degli organi più esposti allo stress.
Nell’immagine si evidenza i segni e i sintomi patologici dello stress sull’intestino.
Stress e cattiva alimentazione causano un netto cambiamento sul microbiota generando patologie e disfunzioni intestinali, che tentiamo di curare con farmaci. Senza esito perché le condizioni alimentari e stressanti permangono nel quotidiano.
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS: Irritable Bowel ) si sta diffondendo sempre di più. E’ causata da una disregolazione tra cervello e intestino.
Entro Marzo organizzo un incontro video per un approfondimento scientifico su “IBS: quando l’intestino fa male”.
Conoscere per cambiare.