Non vi sto a spiegare chi fosse Ippolita, ma avete presente Monica Bellucci? Ecco, lei era come Monica. Ippolita, madre di sei figli e appartenente a un’antica casata di Borgunto di Arezzo, aveva organizzato la difesa delle mura di Arezzo, insieme a vecchi, ragazzi e donne, in previsione dell’arrivo dell’esercito fiorentino.
Tuttavia, non si era accorta che il suo figlio più giovane, Azzolino, armato solo di una spada di legno, si era avventurato nella zona della Catona per spiare l’esercito nemico.
Azzolino era un ragazzino di sei anni, con capelli ricci e occhi neri, esile ma vivace e curioso. Desiderava vendicare la morte del padre, avvenuta qualche giorno prima a Campaldino.
Si era nascosto in un fosso, coperto da una canna palustre, quando il palafreniere del Bostoli lo sorprese e lo portò alla tenda del suo signore.
Il Bostoli era un guelfo aretino che, costretto a trasferirsi a Firenze con la sua famiglia, era diventato uno dei condottieri al comando dei fiorentini.
Quando scoprì l’identità del piccolo curioso, conoscendo la bellezza della madre e il suo amore per i figli, inviò un messaggero a intimare la resa di Arezzo, minacciando di uccidere il bambino.
Ippolita, cosparsa di un profumo da 200 euro e indossando una gonna con uno spacco sul davanti, si recò umilmente a chiedere la restituzione del figlio vivo, accettando di aprire le porte della città.
Il Bostoli, sedotto dalla sua bellezza e attratto dallo spacco che rivelava le sue cosce bianche, la invitò a rimanere a cena nella sua tenda.
Dopo aver bevuto, si misero a riposare sull’alcova pieghevole del Fiorentino esule Aretino. Tuttavia, dal corpetto della donna, che lei stessa impugnava, uno stiletto trafisse il petto di Bostoli.
Le guardie, udendo i rantoli e le grida, pensarono si trattasse di piacere, ma ben presto, nel buio della notte, furono trucidate da un gruppo di aretini che riuscirono a liberare Azzolino e a tornare con Ippolita all’interno delle mura.
Solo una consegna pacifica delle chiavi della città da parte del Vicario permise ai fiorentini di entrare, ma ben presto, vista l’ostilità della popolazione, furono costretti ad andarsene.