Veniva di corsa dalla Stazione e affannato con due borse piene di libri veniva in classe.
Italiano, Greco e Latino erano le materie che insegnava, alcune volte mettevamo la cattedra al limite della pedana di legno, e lui scaricando le due borse nere pesanti, in cui teneva forse anche il pentolino del pranzo, la faveva cadere tra le risate di noi studenti.
Non grasso, ne magro, di circa 1,80 cm, capelli crespi neri e un viso a bottiglione di vino rovesciato, con due lenti spesse, ma che facevano intravedere un animo ingenuo e buono, da amante dello studio, etruscologo, apparve anche in una trasmissione televisiva per le tavolette ritrovate al Sodo di Cortona.
Era stato studente di Devoto, sì di Giacomo Devoto, il più grande glottologo e linguista italiano, colui che defini’ la lingua etrusca perindeuropea, cioè che erano lingue non di origini indeoeuropea, ma che erano a contatto e in rapporto con queste.
Presidente della Accademia degli Studi Etruschi, presidente della Accademia della Crusca, professore e rettore dell’Università di Firenze,…. il Vocabolario del Devoto è la bibbia degli studenti per la lingua Italiana., anche se io avevo il Palazzezchi.
Entrambi nei loro studi dicevano che Arezzo, Aritium poi, derivano dalla lingua preetrusca, tirrenica, “Arra” del secondo millennio avanti Cristo “declivio” , cioè città edificata sul pendio della collina.
Non è Castelsecco la città etrusca, Arezzo, la più antica città della Toscana, era, dove é ora, tra Fonte Veneziana fino a San Domenico, e San Lorentino, Castelsecco era luogo sacro di culto dei due dei etruschi…….