Romolo era un sabino, ma dal quinto re furono di provenienza etrusca.
Viveva a Tarquinia, figlio di madre etrusca e padre greco di Corinto un ricco personaggio con la moglie Tanaquilla, ma non riusciva ad entrare nelle cariche pubbliche, in quanto di origini bastarde, etrusca e greca.
La moglie lo convinse a lasciare la cittadina etrusca per trasferirsi a Roma.
La leggenda dice, che entrando in Roma, in prossimità del Gianicolo, un aquila, forse laziale, gli rubo’ con gli artigli il cappello e dentro la città di Roma, glielo fece ricadere in testa.
La moglie, Tanaquilla, che in maniera etrusca, sapeva interpretare i segni del destino, considero’ questo accadimento, come una incoronazione.
E così fu’, la sua magneficenza e generosità, lo fece notare dal re Anco Marzio, che lo mise come magister populi e pure lo adotto’, così che alla morte divenne suo successore.
Aveva preso il nome Tarquinio Prisco, e si devono a lui alcune forme di allargamento dell’assemblea e del raddoppio del senato, ma fu anche abile condottiero sia contro i Sabini, che contro i Latini, ribellatesi, ma poi sconfitti, anche se quest’ultimi avevano come alleati tutta la lega etrusca: Arezzo, Chiusi, Volterra.
Costruì delle vere e proprie mura, per mezzo dei saccheggi delle città sconfitte, intorno a Roma e inoltre portò a 600 il numero dei cavalieri, formando un esercito con più centurie e le retrovie, posteriores.
Dicesi, che pur essendo deceduto da diversi anni, Tanaquilla, tenesse nascosto l’accaduto e avesse presentato come incaricato e che dopo gli successe il genero, Servio Tullio.
Ma che c’erano le aquile in Roma, o eran gabbiani!??