Erano stati mandati in orbita terrestre il capitano Menco di Fontarronco, vicino a Frassineto, e Tonio delle Poggiola, famoso giostratore del “Poggiulino”.
E per chi non conosce la giostra del Poggiulino, questa si corre nell’omonimo paese o frazione di Arezzo, che dominava il porto delle chiatte del lago Clanis, quando nella Valdichiana si era formato un vero e proprio lago. Il terzo astronauta era Bruno, il cacciatore di Levane.
Tornando ai nostri tre astronauti, Menco aveva portato delle nane in porchetta liofilizzate, come riserve alimentari, e dei cardi gratinati, in quanto un suo parente era stato 100 anni prima in Scozia, dove il fiore del cardo è il fiore delle onorificenze, il fiore della nazione, anche questi liofilizzati e gratinati, dopo aver tolto l’amaro cuocendoli nel latte. Bruno, invece, aveva portato un cartone da 10 litri di vino di Pergine Valdarno.
Spediti in orbita con un vettore a propulsione nucleointestinale alimentata da petofagiolgas, raggiunta l’orbita prefissata, dopo alcuni giorni in cui avevano dato fondo a tutte le riserve alimentari, incidentalmente si era interrotta ogni tipo di comunicazione audiovisiva con la base di Capo del Canneto di Pieve al Toppo.
Si rese necessario, per i tre, effettuare i calcoli per un felice e sicuro ritorno in madre terra.
Menco: “Oh, Tonio, te che ce chiappi, calcola velocità e incidenza angolo, per tornare giue!”
Tonio: “Capo, un so’e mica Einstein, e neppure il Severi!?”
Bruno: “Ma chi, quel canagliotto del Giovanni!??”
Tonio: “No, Francesco, quello della matematica analitica e sostenitore anche lui della relatività come presenza dell’assoluto in un mondo parallelo alla realtà, amico di Einstein, in contrapposizione alla fisica quantistica, in cui il tempo ha valore solo per quello che si fa, quando sta passando!”
Bruno: “Hic, maremma zoppa, o chi te l’ha insente!?”
Tonio: “M’è venuto così spontaneo dal profondo del… forse non lo sapevo, ma sono un genio… allora, se noi proseguiamo su questa traiettoria, bisogna accelerare in un angolo acuto verso la Terra risolvendo questa equazione: (x – h)² + (y – k)², il tutto fratto mc² – r², in cui x è la traiettoria orbitale, h e k sono le coordinate rispetto al centro della Terra, e m è la massa della navicella, c è la velocità della luce, ed infine r è la distanza della navicella dal centro della Terra stessa!”
Menco: “Vai, Bruno, esegui le manovre secondo questo calcolo impostato dal cervellone!”
Dopo circa 10 anni furono dati per morti, e le loro vedove portarono al ceppo eretto in loro onore carciofi invece dei fiori di cardo.