Urbino divenne un importante centro culturale tra il 1444 e il 1482, durante il governo di Federico da Montefeltro. In questo periodo, il Duca accolse artisti, filosofi e letterati, creando un clima artistico che segnò l’inizio del Rinascimento.
Federico era un grande estimatore dell’arte fiamminga. Con il contributo di diversi artisti toscani, si sviluppò uno studio approfondito delle proporzioni e della prospettiva. Proprio a Urbino, Piero della Francesca scrisse il trattato De Prospectiva Pingendi. Lo stesso Federico partecipò alla progettazione della “Città Palazzo”, un’opera che rifletteva la sua autolegittimazione e la sua visione culturale. Collaborarono a questo progetto artisti come il senese Martini (pittore, ingegnere, scultore e architetto) e il milanese Barocci.
Alla corte di Urbino giunsero, oltre a Piero della Francesca, anche personalità del calibro di Bramante, Leon Battista Alberti, Vespasiano da Bisticci, Fra Diamante, Poggio Bracciolini, Pedro Berruguete, Raffaello Sanzio e molti altri. Questa straordinaria concentrazione di talenti diede impulso non solo all’arte, ma anche alla progettazione urbanistica e architettonica.
Tuttavia, la prosperità di Urbino subì un duro colpo con Leone X, figlio di Lorenzo de’ Medici. Il pontefice, dopo aver indebitato la curia e il Ducato di Urbino con il banco della sua famiglia, mosse un esercito di 10.000 uomini guidato dal futuro Duca Lorenzo II de’ Medici. Lorenzo, padre di Caterina (che sarebbe poi diventata regina di Francia sposando Enrico II), consolidò il controllo mediceo. Caterina, sebbene malvista dai francesi perché straniera, introdusse nella loro cucina numerosi piatti italiani, tra cui, pare, le tagliatelle. Non a caso, la cucina francese deve molto a quella italiana!
Circa 100 anni dopo, nel 1625, il Ducato di Urbino fu annesso allo Stato Pontificio. Come spesso accadeva, molte opere d’arte furono trasferite a Firenze… Ladroni!
Fra Dismante è di Terranuova Bfacciolini!