Sandro Mugnai, artigiano di Arezzo, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio volontario per aver ucciso a colpi di fucile il vicino Gezim Dodoli, che nella notte dell’Epifania 2023 stava demolendo la sua abitazione con una ruspa, mettendo in pericolo la famiglia di Mugnai. Il processo, che inizierà il 15 marzo, potrebbe portare fino a 21 anni di carcere. La difesa punta a dimostrare la legittima difesa, negando che si sia trattato di un atto premeditato o sproporzionato. Intanto, la comunità di San Polo e personalità come il generale Vannacci si sono schierate in solidarietà con Mugnai. Sul caso pesano accuse e scenari giuridici complessi, con opinioni divergenti tra magistrati e una crescente attenzione mediatica.

Arezzo, difese la famiglia dalla ruspa: Sandro Mugnai rinviato a giudizio per omicidio volontario
Sotto processo per aver reagito a una ruspa che minacciava la sua famiglia: il caso che divide Arezzo e la magistratura
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Non conosco il caso nei particolari ( e penso che lo conoscano in pochi) e quindi io non ho un’idea se il sig. Mugnai possa avere avuto giustificazioni ad uccidere il vicino. Magari se capitava a me lo facevo anch’io e quindi non dò giudizi sul Mugnai.
Ma non approvo quest’aurea che circonda il caso, di pressione per far riconoscere che si tratti senz’altro di legittima difesa. E’ da dare per scontato che la famiglia del Mugnai fosse stata in reale pericolo come fa questo articolino( e praticamente tutti quelli che si occupano del caso)?
E che dire delle “personalità come il generale Vannacci”? Evidentemente siamo appunto in un epoca dove le “personalità” sono queste e allora auguri…come se il Vannacci non facesse politica, o meglio “ammuina” per una visione tutta “muscolare” della problematica.
La gente va in brodo di giuggiole se gli proponi concetti come ” la difesa è sempre legittima” e il concetto è invece profondamente stupido e sbagliato. Non ci si rende conto che sdoganare certi concetti significherebbe mettere a rischio al vita di persone che non hanno nessuna intenzione di ledere altri o perlomeno non in modo da meritarsi di essere giustiziati.
I magistrati per lo più non sono degli stupidi ideologizzati e un rinvio a giudizio non è una condanna, significa solo che le risultanze d’indagine non sono ad oggi tali da poter far ritenere del tutto improbabile che vi possa essere una condanna nel processo. Sono casi che non possono essere risolti alla leggera, secondo approssimativi modi di vedere popolari, emotivi o razionali che possano essere.
C’è un morto di mezzo che anche lui aveva probabilmente famiglia. E c’è di mezzo un principio che se trascurato potrebbe vedere persone innocue o comunque senza intenti omicidiari o gravemente lesivi, qualsiasi di noi, con una palla di fucile sulla schiena. Perché se è vero che ci sono in giro pericolosi criminali o gente che sclera e diventa pericolosa, non mancano pistoleri esaltati che non gli pare il vero di avere la scusa per il tiroasegno o che comunque eccedeno nel diritto alla difesa.
Oggi sembra invece che ci sia solo da aspettarsi il prossimo generale o illuminato ministro che propugni il concetto che ” la miglior difesa è l’attacco”. Sono sicuro che troverebbero anche così folle di estimatori.