Capitolo VI: Per si fidanza con Ermelinda
Dopo le sconfitte subite dai Senesi presso quella Pievina a Pieve al Toppo nel giugno del 1288, Buonconte divenne Podestà di Arezzo per meriti e valore. Dieci anni prima di combattere sotto il cavallino rampante, era stato Conte di Galasso, succeduto al padre, anch’egli grande condottiero. Galasso era uno dei due castelli che sorgevano sul sasso di Vico, il quale domina la piana di Rimini.
Intanto Pier, che era rimasto a pulire e consolare la sua cavallina Farfalla per la scomparsa del nero ligneo destriero, si era nuovamente incontrato con Ermelinda. Non che gli fosse particolarmente piaciuta la monta della giovane donna quindici giorni prima, ma Leonio, il match analyst di Buonconte, gli aveva detto che essa possedeva una cassa dimagrante capace di ridurre il corpo della donna di tre quarti.Continua a leggere
Capitolo VII: Ermelinda fa il figlio
Relegata nella Rocca del Torrino con il suo compagno Pier, dopo poco la giovane Ermenegilda si accorge di essere incinta, e dopo tre stagioni nasce, come un pesce, il piccolo Giampier.
Come ogni bambino, ha due occhi, un bel nasino, due guancine da baciare e due occhioni grandi che ti guardano come due fari. Per il resto, è fornito di gambe e di mani attaccate ai braccini… insomma, un bel cittino. Per la pochezza dei vani della Rocca, Ermelinda lo faceva dormire in mezzo a lei e a Pier, ma anche quando aveva imparato a camminare e parlare veniva sempre tenuto nel letto in mezzo a loro, durante la notte.
Una sera gli diedero per cena un culaccio di salame, e il piccolo, sia morsicandolo con i suoi dentini da latte, sia succhiandolo, se lo finì tutto… Oh voi!, che notte! Il suo corpicino farfugliava e ruggiva parecchio, finché all’improvviso il piccolo capì di dover evacuare. Cercando di scavalcare la madre nel letto per uscire, finì per imbrattare il viso del povero Pier, che dormiva accanto. I due giovani compagni non accesero la luce – perché non c’era, a quei tempi – ma, a lume di luna e a odore di naso, capirono il danno e ci risero sopra, pensando alla loro vecchia Farfalla, la cavallina che difese Arezzo.