Dal Ciliegio Corniola al Pero Cova, passando per il Melo Regina e il Melo Bianca: sono 24 le varietà locali di alberi da frutto tradizionali del Casentino che, pur essendo a rischio estinzione, sono state salvate grazie a un progetto di recupero finanziato dal PSR (Programma di Sviluppo Rurale) tramite Terre Regionali Toscane. L’iniziativa, realizzata dall’Unione dei Comuni montani del Casentino e dalla Scuola universitaria superiore Sant’Anna di Pisa, ha permesso di preservare un patrimonio di agrobiodiversità che rischiava di scomparire per sempre.
Tra le cultivar salvate figurano due ciliegi, quattordici meli, sette peri e un pesco, tutte varietà antiche che rappresentano un legame profondo con il territorio e la sua storia agricola. Questi alberi da frutto, un tempo comuni nelle campagne del Casentino, erano ormai diventati rari a causa dell’abbandono delle colture tradizionali e dell’intensificazione dell’agricoltura moderna.
Stefania Saccardi, vicepresidente e assessora all’agricoltura della Regione Toscana, ha sottolineato l’importanza del progetto: “Il recupero di queste antiche cultivar permetterà di studiare la loro resilienza ai cambiamenti climatici e di conservare la biodiversità del territorio. La valorizzazione di queste varietà, soprattutto presso le aziende agrituristiche, rappresenta un passo fondamentale verso un’agricoltura più sostenibile e rispettosa dell’ambiente.”
La maggior parte di queste varietà è già iscritta al registro nazionale per la commercializzazione del materiale di moltiplicazione delle specie frutticole. Dal 13 febbraio 2025, inoltre, sono state inserite nel repertorio regionale delle varietà locali a rischio di estinzione della Toscana (LR 64/2004), che garantisce sostegno ai Coltivatori Custodi e alla banca del germoplasma gestita dall’Unione dei Comuni del Casentino presso il vivaio di Cerreta in Camaldoli di Poppi (AR).
Il progetto ha un forte legame con il territorio del Casentino, in particolare con i comuni di Bibbiena, Capolona, Castel Focognano, Castel San Niccolò, Chitignano, Chiusi della Verna, Montemignaio, Ortignano Raggiolo, Poppi, Pratovecchio Stia, Subbiano e Talla. Qui, le antiche varietà saranno coltivate e conservate, contribuendo a mantenere viva la tradizione agricola locale.
Le 24 cultivar salvate:
- Ciliegio Corniola di Partina
- Ciliegio Corniola di Quota
- Melo Badia alle Pratole
- Melo Renetton
- Melo Rigata
- Melo Biancuccia
- Melo Bianca
- Melo Agretta
- Melo Renettaruggina
- Melo Regina
- Melo Deliziosa di Montagna
- Melo Cipolla
- Melo Chitignano
- Melo Ruggina estiva
- Melo Cacona
- Melo Calvè di montagna
- Pero Bottiglia
- Pero Campanella
- Pero Cova
- Pero Marammo
- Pero Pappona
- Pero Spadona
- Pero Verdona
- Pesco Vinoso
Questo progetto non solo preserva un pezzo di storia agricola, ma rappresenta anche un investimento per il futuro, garantendo la sopravvivenza di varietà che potrebbero rivelarsi preziose per affrontare le sfide ambientali e climatiche dei prossimi anni.