Anziano uccide la moglie malata, condannato a oltre 10 anni di carcere

Omicidio in famiglia, respinta la richiesta di giustizia riparativa

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Alessandro Sacchi, 80 anni, è stato condannato a 10 anni e 2 mesi di reclusione per l’omicidio volontario della moglie, Serenella Mugnai, 73 anni, affetta da Alzheimer. L’episodio risale al giugno 2024, quando Sacchi, dopo un litigio, le sparò alla fronte nella loro casa ad Arezzo. Dopo il gesto, si è autodenunciato ai vicini e ha atteso l’arresto.

La coppia, senza figli, era molto unita, ma la malattia della moglie aveva portato a una situazione insostenibile per Sacchi, che non riusciva a gestire il carico emotivo e pratico della malattia.

Sacchi è stato dichiarato semi-infermo di mente al momento del fatto, a causa di un stress traumatico, circostanza che ha ridotto la pena di un terzo rispetto all’ergastolo previsto per l’uxoricidio.

La difesa, rappresentata dagli avvocati Stefano Sacchi (nipote) e Piero Melani Graverini, ha cercato di contenere la condanna a meno di 10 anni, sottolineando le attenuanti e la volontà di accedere alla giustizia riparativa, con un risarcimento a un’associazione che sostiene le donne vittime di violenza. Tuttavia, il tribunale ha respinto questa richiesta.
La sentenza tiene conto della gravità del reato, ma anche delle condizioni mentali dell’imputato e del contesto specifico.

Il caso sfugge ai cliché del femminicidio, emergendo come una tragedia familiare legata alla difficile gestione di una malattia degenerativa. La sentenza riflette un bilanciamento tra la gravità del gesto e le circostanze attenuanti, pur senza accogliere la proposta di giustizia riparativa.

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