Se sono le piccole cose, i gesti invisibili, a raccontare il corso degli eventi, allora l’esultanza di Bucchi – braccia al cielo dopo il secondo gol – e il “cinque” dato a un suo giocatore durante una rimessa laterale davanti alla panchina dicono molto sul clima che si respira in questa squadra. Non si può essere tutti amici, ma lavorare insieme per un unico obiettivo sì, ed è proprio questo che traspare da quei dettagli.
Il lavoro dell’allenatore si è visto sin dalla scelta degli undici titolari contro il Rimini. Un solo centrocampista di ruolo, affiancato da Guccione, Tavernelli, Capello, Pattarello e Ravasio: una formazione offensiva che presuppone il sacrificio degli attaccanti anche in fase di copertura. L’impronta di Bucchi è emersa anche nell’impostazione del gioco: pochi passaggi indietro e orizzontali, ritmi alti, pressing sul portatore avversario già nell’area di rigore, velocità e verticalizzazioni.
Nel primo tempo ci siamo divertiti a vedere giocare l’Arezzo, con la sensazione che il vantaggio fosse solo questione di tempo. E infatti è arrivato, grazie a un’intuizione di Tavernelli, che ha pennellato un pallone angolato su cui Ferretti nulla ha potuto. La reazione del Rimini, reduce da sei risultati utili consecutivi e in cerca dell’aggancio in classifica, si è limitata a un cross di Longobardi: Trombini non è uscito benissimo, la sua respinta corta è finita sui piedi di Malagrida, il cui tiro da posizione defilata ha attraversato lo specchio della porta senza trovare il bersaglio. Fine della minaccia: il Rimini si è fermato qui.
Nella ripresa la nebbia ha reso la partita più immaginata che vista. Al 9’ minuto Ravasio, servito in verticale da Capello, ha battuto Ferretti con un destro preciso per il 2-0. I cambi di Buscè non hanno sortito l’effetto sperato, e i padroni di casa non hanno mai impensierito Trombini. Bucchi ha rinforzato il centrocampo inserendo Settembrini e Dezi, all’esordio in amaranto, per Capello e Damiani, e l’Arezzo ha gestito con sicurezza il doppio vantaggio.
Una vittoria importante per il morale, arrivata grazie a una buona prestazione e, soprattutto, a un cambio di mentalità che ha permesso all’Arezzo di imporre il proprio gioco. Abbiamo visto una reazione positiva del gruppo e un approccio diverso anche dal punto di vista tattico. Tutto questo lascia ben sperare per un finale di campionato in cui qualche soddisfazione l’Arezzo può ancora togliersela.
Credits foto: S.S. Arezzo