L’occhio ha sostituito l’orecchio nella relazione tra le persone. Un cambio epocale nella comunicazione.
Per millenni, l’orecchio ha dominato e la parola era il principale mezzo di comunicazione tra uomini e donne. Oggi, invece, è l’immagine a prevalere. Il linguaggio visivo è rapido, sempre diverso, multiforme. È il linguaggio televisivo, il linguaggio dei social, del nostro smartphone.
Siamo ritornati ai geroglifici egiziani con l’uso delle emoticon:
😊 Faccina che sorride
😂 Faccina che ride a crepapelle
😭 Faccina che piange
❤️ Piccoli cuori, sticker, manine…
Ogni emoticon ha un preciso senso e arricchisce i nostri messaggi su WhatsApp, via email o sui social come Facebook e Instagram, sintetizzando il nostro stato d’animo e dando più informazioni a chi ci legge.
L’ascolto ha perso valore
Il linguaggio visivo, con la sua rapidità, ha condizionato l’ascolto. Ad esempio:
👉 Quando parliamo con una persona e questa è lenta o prolissa, ci sentiamo a disagio. Non riusciamo a sopportarla e talvolta diciamo: “stringi”. Abbiamo perso il tempo dell’ascolto della parola.
Il linguaggio visivo ha preso il sopravvento su quello orale. Una immagine prolungata su un video o sul televisore “non funziona”. È statica. Noiosa.
Il linguaggio dell’occhio vuole un tempo rapido di comunicazione.
La corsa contro il tempo
Una società basata sul linguaggio visivo corre, perde il senso del tempo, corre. Ma correre fa perdere la calma, il lento passo del vivere.
Nasce in noi una dissociazione tra immagine estetica e corpo biologico. Si sta perdendo la conoscenza del nostro corpo, del come il correre quotidiano influisce sulla nostra salute.
Abbiamo perso anche il tempo della tavola:
🍽️ Si mangia in piedi.
🍔 Mangiamo con voracità: tutto e subito.
⏳ Non abbiamo più tempo per cucinare e gustare il cibo.
Lo stress ha preso il sopravvento
Immersi nella corsa quotidiana, possiamo sbattere contro lo stress. Corriamo per stare male.
Il vivere veloce ha distrutto la calma.
Non c’è salute quando lo stress domina sulla calma.