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lunedì, Aprile 28, 2025
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Arezzo, la città dell’acqua che non zampilla

Le fontane di Arezzo: da simbolo cittadino a monumento al degrado

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Benvenuti ad Arezzo, la città dove le fontane non fanno più le fontane. Se siete amanti dello scorrere placido dell’acqua, delle scenografie urbane eleganti e delle piazze che sanno di storia e bellezza… beh, cambiate destinazione. Qui l’acqua si è arresa, sconfitta dall’incuria, dall’indifferenza e da un camion di passaggio che ha deciso di mettere la parola fine alla fontana di Piazza Risorgimento. Non zampilla più da anni e pare non lo farà mai più, trasformandosi in un’aristocratica panchina per chi vuole riposare le membra su un monumento alla desolazione. Ma attenzione: per chi desiderasse alternative, la piazza è comunque dotata di panchine in abbondanza, solo che sono luride e malmesse. Un dettaglio.

La fontana di Piazza Risorgimento ha visto il suo glorioso declino iniziare quando un camion l’ha incidentata, rompendo non solo la vasca, ma anche tutto il sistema che la faceva funzionare. Da allora, l’unica acqua che ospita è quella piovana, giusto per non farci scordare che un tempo l’acqua c’era, eccome. Il signor Alessandro Alberghini, commerciante della zona, ha denunciato la situazione per la 47esima volta (numero non ufficiale, potrebbe essere anche la 147esima). Scrivere al Comune? Fatto. Soluzioni? Nessuna. L’unica certezza è che ora la fontana è diventata la sputacchiera ufficiale della città. Un primato di cui andare fieri.

Restyling piazza Giotto

E non crediate che sia un caso isolato. Ad Arezzo le fontane sono tutte in sciopero da anni. Quella del Parco Ducci è stata riciclata come un pratico cestino dell’immondizia formato gigante. Piazza Sant’Agostino vanta l’unica fontana ancora funzionante, ma con una caratteristica peculiare: galleggiano più rifiuti che pesci rossi. Piazza Giotto e la stazione ferroviaria ospitano fontane che da tempo immemore hanno deciso di prendersi una pausa di riflessione, forse sperando in tempi migliori. Noi tutti speriamo che, con il restyling di piazza e giardini, qualcosa torni a funzionare. Ma attenzione: funzioneranno giusto il tempo di una cerimonia in pompa magna, con amministratori e nastri da tagliare. Poi, come da tradizione, l’oblio.

Nel frattempo, la proposta più ragionevole è quella di eliminare la fontana di Piazza Risorgimento e trasformarla in un’aiuola. Fiori, piante, magari qualche arbusto. Almeno il degrado avrebbe un tocco di verde. Perché se proprio dobbiamo rinunciare all’acqua, almeno che sia per qualcosa che non puzzi di marcio.

E mentre le fontane si arrendono, i lampioni non illuminano, il legno degli alberi ostruisce la luce e l’incuria regna sovrana, un interrogativo sorge spontaneo: Arezzo, città d’arte o città dell’abbandono?

Ai posteri l’ardua sentenza. Intanto, portatevi una borraccia: l’unica acqua disponibile ve la dovete portare da casa.

1 commento

  1. L’acqua è civiltà! Tutte le antiche citta si sono fondate sempre dove c’era presenza di acqua, nei paesi caldi poi le fontane e i giochi d’acqua sono importantissimi. Noi (Italia) siamo la patria delle più belle fontane del mondo; Fontana di Trevi ne è l’esempio più eclatante, ma decine se non centinaia di importanza rilevante sono presenti in tutta Italia. Poi c’è Arezzo! Vero che non ci sono fontane monumentali e storiche (tranne piazza grande) ma forse 10/20 impianti in città ci sono! Come tutte le cose dai parchi ai giochi queste hanno bisogno di un po’ di manutenzione costante, quali pulizia controllo luci, controllo impianti idrici ecc,. Ora come han fatto per i parchi che hanno dato la manutenzione ordinaria taglio e sfalcio ad una ditta, DEVONO farlo anche per le fontane, un controllo e pulizia settimanale, un ripristino degli impianti al bisogno, un cambio dell’acqua con pulizia della vasca mensile? bimensile? semestrale? bho valutiamolo! Tutto ciò ha un costo, vero, ma quanto costerà mai!!!! Se siamo d’accordo che l’acqua è cultura ecco le vasche vuote o in abbandono di Arezzo rispecchiano ciò che la città è in questo momento…. mi spiace

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Gino Perticai
Gino Perticai
Dal 1973 nel mondo della comunicazione, una breve esperienza Milanese con A.P.C. agenzia di Marketing, con l’avvento delle prime radio in Fm inizia una serie di esperienze nelle radio locali: Radio Torre Petrarca, Radio OK, Golden Radio, Radio Life,  fino al 1998 momento in cui l’innata curiosità e la voglia di sperimentare novità lo portano a maturare il primo interesse sul world wide web. E' da lì che nel 2000 nasce l’idea delle prime testate regionali on line. Fonda Arezzo Notizie e la dirige fino al Giugno 2016. l'Ortica è la sua nuova scommessa.
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