Nella pianura pontina, il grano veniva coltivato con passione e cura, e nel 1931 fu premiato come il migliore. Si trattava di un grano da paglia alta, con una spiga robusta che ricordava il granturco, coltivato con concimi naturali come il bottino, l’urea e la concimaia stagionata. Allora, il pane durava un’intera settimana.
Chiunque abbia vissuto quell’epoca ricorda il fascino delle macchine selezionatrici, che vagliavano il seme, lasciando alla fine solo una manciata di quello migliore. Fu in questo contesto che nacquero varietà storiche come il Roma, il Verna, il piccolo Marzotto e il Frassineto del dopoguerra.
Rupi e il legame con la Ferruzzi
Serafino, fondatore della ditta Rupi e Fracassi, iniziò la sua carriera già negli anni ’30 come agente per la Romagna dei concimi Montecatini. Per avviare la sua attività, ricevette le garanzie delle famiglie Benini e della stessa ditta Rupi e Fracassi. Suo figlio Aldo, il cui destino si legò ai grandi nomi dell’industria, vide la propria famiglia intrecciarsi con quella di Gardini, protagonista della grande epopea Ferruzzi.
Negli anni ’60, con la Ferruzzi Spa, venne firmato un contratto per la fornitura di farina di estrazione di soia, un’innovazione che segnò il passaggio dalle farine di origine animale a quelle vegetali. Nonostante la diffidenza iniziale, la soia si rivelò un successo, passando da 12 mila lire a 28 mila lire al quintale.
Pane e tradizione: sal forno di casa alla grande industria
La tradizione del pane era un’arte tramandata di generazione in generazione. Nelle case Leopoldine, i forni si misuravano a fascine, e la preparazione seguiva un rito preciso: la sera si accendeva la legna grossa per scaldare lentamente i mattoni, mentre al mattino si ravvivava la fiamma con fascine di erica. Si panificava una o due volte a settimana, cuocendo fino a dieci forme da due chili per soddisfare il fabbisogno familiare.
Nel dopoguerra, il legame tra agricoltura e industria continuò a evolversi, e l’uso delle fascine per i forni da pane e i silos di essiccazione del tabacco rimase una pratica diffusa. In questo scenario, la ditta Rupi e Fracassi si affermò come testimone e protagonista di un’epoca di transizione, tra tradizione e innovazione, tra grano antico e nuove sfide produttive.