Per conoscere l’Italia bisogna seguire la squadra e, allo stesso tempo, gustare i piatti tipici. Seguirla fino quasi a fare il bagno a Gallipoli, attraversare le Murge sotto una fitta nevicata o la Sila per ben due volte per giungere a Crotone.
Già una volta, per andare a Lanciano, passammo e ritornammo per le Forche Canapine, con la galleria appena rimessa in funzione dopo uno dei tanti terremoti – e quello del 2016 non fu l’ultimo. Una volta trovammo la piena del Tronto, e la Salaria resse bene. Che ingegneri, questi Romani! Ma la frazione di Quintodecimo non deve il suo nome a un condottiero o console romano, bensì a una distanza: si riferisce infatti a un luogo più vicino a Benevento, dove un ponte, distrutto e poi ricostruito all’epoca dei Bizantini e dei Longobardi, si trovava a 15 chilometri dalla città di Maleventum. Oggi la chiamiamo “Benevento”, da “buon evento”, dopo che i Romani sconfissero Pirro.
Ieri il paesaggio era mutato: lance ovunque, ma piantate a terra per ricostruire case e muri. Anche nei cucuzzoli di quell’impervia via, sono le gru a dominare e controllare il nostro cammino.
Non all’andata, quando passammo per Ascoli – città degna di essere visitata, con l’anisetta Meletti, l’omonimo caffè (uno dei più antichi d’Italia, con il suo soffitto affrescato e le colonne di ghisa), il Palazzo Ducale, le olive ascolane e i loro contorni fritti – ma al ritorno, ad Acquasanta del Tronto, un “puzzo” familiare ci ha invaso l’abitacolo. Era lo stesso odore dei bagni di San Filippo: “uova passate, sode, marce!”. Pensai a un’improvvisa emissione di qualcuno della compagnia, ma il cartello “terme” giustificò il fetore. Poco dopo, un’altra insegna mi fece ricordare che il feudo dei Cavalieri di Malta era, ed è, rinomato per i suoi legumi, in particolare per le fave.
“Favalanciata”, un paesino arroccato su un cucuzzolo, a poche centinaia di metri sopra la vecchia Salaria.
Incuriosito dal nome, tornato a casa ho ricercato la sua origine… Si racconta che un contadino, imprecando per lo scarso raccolto di questo importante alimento – a basso contenuto glicemico, benefico per la funzione intestinale grazie alle sue fibre, base per l’alimentazione dei vitelli e, in passato, anche per la nostra, salvo per chi soffre di carenza di glucosio (favismo) – le lanciò in aria, esasperato…