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Giano-Culsans: il doppio sguardo di Gino Severini e l’ispirazione etrusca

L'incontro tra passato e modernità nell'arte di Severini, tra Cortona e Parigi

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Il celebre bronzetto etrusco di Culsans, rinvenuto a Cortona nel 1847, e il “Giano bifronte” realizzato da Gino Severini nel 1962, per la prima volta esposti insieme nella mostra dossier al MAEC di Cortona, dopo il passaggio alla Fondazione Rovati di Milano.

Un’esposizione che getta nuova luce sul legame tra l’artista e la sua città natale, esplorando il fascino che l’arte etrusca esercitò su Severini e sul Novecento. La mostra evidenzia inoltre l’intensa relazione con Picasso, sottolineata da una lettera del 1958 in cui Severini gli scriveva da Cortona:

“Caro Picasso, ti invio altre foto delle statuette etrusche del Museo di Cortona che ho fatto fare per te e che spero troverai interessanti… Ti ho molto pensato tra questi Etruschi.”

Cortona, MAEC – Museo dell’Accademia Etrusca e della Città di Cortona
30 marzo – 4 maggio 2025

Inaugurazione e incontro speciale

Sabato 29 marzo, l’apertura della mostra sarà preceduta da un evento unico:

“Tutta la vita di un pittore”
Conversazione tra Romana Severini e Daniela Fonti

La mostra: tra antico e moderno

Nel settembre del 1958, Gino Severini, ormai di ritorno a Cortona dopo decenni di assenza, manifesta il suo crescente interesse per le sculture etrusche conservate nel museo della città. Tra queste, il bronzetto di “Culsans-Giano” e quello di “Selvans”, rinvenuti nel 1847 vicino alle mura della città, attirano la sua attenzione al punto da ispirargli la creazione di un proprio “Giano bifronte”, realizzato a Parigi nel 1962 presso la fonderia di Mario Busato.

La mostra “Giano-Culsans: il doppio sguardo di Gino Severini e l’ispirazione etrusca”, curata da Sergio Angori, Paolo Bruschetti e Giulio Paolucci, nasce dalla collaborazione con la Fondazione Rovati ed è parte del progetto “Gino Severini e Cortona. Un artista internazionale nella sua città”, promosso dal Comune di Cortona con il MAEC e l’Accademia Etrusca, con il supporto della Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del MiC (PAC 2024).

Oltre al “Giano bifronte” di Severini, in mostra saranno esposti tre studi preparatori in grafite e una fusione postuma del 1996, realizzata da Romana Severini e donata all’Accademia Etrusca. Completa l’esposizione una suggestiva “Natura morta con aringa e compostiera blu” (1946-47), in cui si intravedono riferimenti al vasellame in bucchero etrusco, a testimonianza dell’interesse dell’artista per il mondo antico.

Un dialogo tra Severini e Picasso

La relazione tra Severini e Picasso emerge con forza grazie alla mostra. L’interesse del pittore cortonese per l’arte etrusca non fu solo una moda del tempo, ma un’autentica riscoperta delle sue radici culturali. Come scriveva a Picasso nel 1958:

“Cortona è una città molto, molto antica… Pensa che l’ho scoperta l’anno scorso, per così dire, perché me ne sono andato a 16 anni.”

Picasso stesso, secondo Romana Severini, avrebbe tratto ispirazione dai bronzi etruschi di Cortona, realizzando una propria scultura ispirata al “Giano bifronte”.

Una mostra da non perdere

L’esposizione rappresenta un’occasione unica per esplorare il dialogo tra antico e moderno, tra l’ispirazione etrusca e l’arte del XX secolo. La mostra sarà accompagnata da una pubblicazione con contributi di Paolo Bruschetti, Sergio Angori, Giulio Paolucci, Romana Severini Brunori, Paolo Giulierini e Marco Belpoliti, che offrirà ulteriori approfondimenti su questo straordinario capitolo della storia dell’arte.

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